Controllo Mentale: Ieri, Oggi e Domani

La nostra mente e il nostro cervello possono essere controllati e manipolati dall’esterno? E se sì, fino a che punto?

Introduzione

L’espressione “controllo mentale” potrebbe far pensare, di primo acchito, ad un film di fantascienza ambientato in un futuro distopico. Tutti noi tendiamo infatti a percepire la nostra mente come uno scrigno chiuso col lucchetto, o come una cassaforte blindata a cui noi e soltanto noi abbiamo accesso. E in effetti, dovrebbe essere così. A meno che… “qualcun altro” non trovi la chiave del lucchetto o non scopra la combinazione della cassaforte.

Ebbene, questo non è fantascienza: è già realtà. Il nostro cervello e la nostra mente sono ben lungi dall’essere fortezze inespugnabili e possono facilmente essere hackerati da chi possiede gli strumenti giusti. In questo articolo vedremo infatti come, tramite la tecnologia moderna, sia possibile intrufolarsi nel cervello, esplorarne il contenuto e manipolarlo dall’esterno. Prima di addentrarci nell’argomento illustreremo brevemente le basi della neurofisiologia, che ci torneranno utili per comprendere i metodi di controllo mentale descritti.

Come funziona il nostro cervello?

Il nostro organismo si trova immerso in un ambiente da cui riceve ogni istante miriadi di stimoli fisici, chimici e meccanici. Il corpo deve poter percepire questi stimoli ed elaborarli in modo da generare una risposta appropriata: ciò è reso possibile dal sistema nervoso.

Il sistema nervoso viene suddiviso in centrale e periferico. Il cervello (come il midollo spinale) fa parte del sistema nervoso centrale, mentre i nervi di quello periferico. Tra i nervi, alcuni sono incaricati di raccogliere le informazioni sensoriali (visive, uditive, tattili, ecc.) e di trasportarle fino al sistema nervoso centrale; quest’ultimo le elabora e genera segnali che vengono trasmessi, tramite altri nervi, agli organi effettori (muscoli e ghiandole), in modo da generare la risposta allo stimolo. Per esempio, se tocchiamo inavvertitamente la fiamma di una candela, i muscoli si contrarranno per ritirare la mano dal fuoco; allo stesso modo, la vista di un cibo appetitoso stimolerà la produzione di saliva da parte delle ghiandole apposite (la cosiddetta “acquolina in bocca”); e così via.

Ma di che tipo sono le “informazioni” trasmesse dai nervi ed elaborate dal cervello? Si tratta di segnali elettrici. Le cellule nervose (neuroni) sono cellule altamente specializzate nell’integrare e trasmettere ad altre cellule questo tipo di segnali. Qualunque sia il tipo di stimolo sensoriale (fisico, chimico, meccanico), esso viene convertito dalle cellule recettrici (spesso neuroni specializzati) in un segnale di tipo elettrico. A livello molecolare, l’insorgenza di questo segnale è dovuta al passaggio di ioni (cioè atomi elettricamente carichi) attraverso la membrana delle cellule.

Se il segnale elettrico è abbastanza intenso, esso darà origine ad un potenziale d’azione, una scarica sempre identica capace di propagarsi senza diminuire d’intensità. I neuroni sono provvisti di lunghi prolungamenti (assoni) che rendono possibile trasmettere un potenziale d’azione anche a cellule situate a grandi distanze. I nervi non sono altro che fasci di assoni, e pertanto equiparabili a veri e propri cavi elettrici.

Questo, in estrema sintesi, il funzionamento del nostro sistema nervoso. Ovviamente anche il cervello, essendo parte del sistema nervoso, è formato da neuroni. Gli assoni di questi neuroni si trovano nella parte più interna del cervello, mentre i corpi cellulari formano lo strato esterno, la corteccia cerebrale. Ogni regione della corteccia ha una specifica funzione: per esempio, la corteccia motoria regola i movimenti mentre la corteccia visiva elabora le informazioni provenienti dalla retina.

Ogni istante la corteccia cerebrale riceve e trasmette una quantità esorbitante di impulsi elettrici: ciò comporta una variazione di potenziale elettrico che, dato il gran numero di neuroni implicati, è abbastanza ampia da poter essere misurata, posizionando alcuni elettrodi sullo scalpo. Questo è il principio su cui si basa l’elettroencefalogramma (EEG). L’ampiezza dei segnali registrati dall’EEG dipende dalla sincronizzazione dell’attività neuronale: una maggiore sincronizzazione comporterà una maggiore ampiezza, e viceversa.

Principio di funzionamento dell’EEG. L’attività neuronale provoca il movimento di ioni carichi positivamente attraverso la membrana cellulare. Questo provoca l’accumulo intorno ai neuroni di cariche positive o negative (a seconda dei momenti), e la variazione può essere misurata da un elettrodo. Ogni elettrodo, chiaramente, registra l’attività di un gran numero di neuroni.

L’attività elettrica del cervello è ritmica e dà luogo a diversi tipi di onde cerebrali, caratterizzate da una diversa frequenza e associate ad un particolare stato di coscienza. Le onde delta sono quelle a frequenza più bassa (meno di 4 Hz) e contraddistinguono il sonno profondo. Le onde theta hanno una frequenza di 4-8 Hz e sono tipiche di alcune fasi del sonno, tra cui il sonno REM (in cui si sogna); si hanno anche durante la meditazione profonda. Le onde alfa hanno una frequenza di 8-14 Hz e contraddistinguono la veglia rilassata; un’attività mentale più intensa porta all’insorgenza delle onde beta, con frequenza compresa tra i 14 e i 30 Hz. Una frequenza superiore ai 30 Hz è caratteristica delle onde gamma, associate a uno stato di allerta o di intensa concentrazione.

Tipi di onde cerebrali. Da Abhang et al. (2016).

I primi esperimenti

Il nostro sistema nervoso, dunque, è congegnato per “leggere” gli impulsi elettrici. Ciò comporta che stimoli di natura elettrica (o più in generale, elettromagnetica) potranno influenzarlo. La storia del controllo e della manipolazione mentale è strettamente intrecciata con quella della neurofisiologia, poiché le scoperte in questo campo sono state possibili proprio grazie alla manipolazione sperimentale del sistema nervoso.

Nel corso la prima metà del XX secolo, diversi ricercatori condussero esperimenti su animali volti a stimolare direttamente il cervello tramite impulsi elettrici. I metodi usati comprendevano l’impianto di elettrodi nel tessuto cerebrale e il posizionamento sottopelle di bobine a induzione, i cui terminali arrivavano al cervello.

Fu, però, solo a partire dagli anni ’50 che lo scienziato spagnolo José Manuel Rodriguez Delgado (1915-2011) inaugurò l’era degli impianti cerebrali. Egli inventò lo stimoceiver, un dispositivo impiantabile nel cervello in grado di trasmettere impulsi al cervello monitorando nel contempo le onde cerebrali. Questo apparecchio rendeva possibile un controllo mentale “senza fili”, effettuabile anche a distanza.

Due stimoceivers: il primo era utilizzato per le regioni interne del cervello, mentre il secondo per la superficie. Da Delgado (1952).

Delgado eseguì numerosi esperimenti su animali ed esseri umani, dimostrando di poter controllare a piacimento i movimenti corporei, il comportamento e le emozioni, semplicemente premendo un bottone. La stimolazione della corteccia motoria causava movimenti involontari: un soggetto impiantato, per esempio, strinse il pugno affermando: “Credo, dottore, che la sua elettricità sia più forte della mia volontà”. La stimolazione di altre regioni cerebrali poteva modificare il comportamento e indurre ogni tipo di emozioni (paura, rabbia, ilarità…). In un esperimento, venne stimolato il lobo temporale di una donna affetta da epilessia, che stava suonando tranquillamente la chitarra. La donna fu colta immediatamente da una furia irrefrenabile, tanto da fracassare lo strumento contro il muro (mancando per poco uno dei ricercatori!).

Ma forse l’esperimento più conosciuto e spettacolare di Delgado fu quello eseguito nel 1965 a Cordoba, in un’arena (qui un video). Gli stimoceivers erano stati impiantati in alcuni tori da combattimento. Uno per volta i tori furono fatti entrare nell’arena, dove si trovava Delgado, munito di un trasmettitore portatile. Egli dimostrò che era possibile, letteralmente, radiocomandare l’animale: il toro diventava furioso o docile a comando, a seconda della precisa regione del cervello stimolata. Delgado indusse perfino un toro a caricarlo, per poi fermarlo quando gli era ormai vicino. Questo esperimento venne definito dal New York Times come “La più spettacolare dimostrazione mai eseguita della deliberata modificazione del comportamento animale tramite il controllo del cervello dall’esterno”.

Le ricerche di Delgado furono documentate in oltre 500 lavori scientifici, ma dopo lo scalpore iniziale non riscossero più molta attenzione presso la comunità scientifica. Ma la ricerca sul controllo mentale non si fermò, portando ben presto a risultati ben più inquietanti di quelli raggiunti da Delgado…

Alcuni brevetti

Sono passati ormai parecchi anni dai pioneristici esperimenti di Delgado. A che punto sarà arrivata nel frattempo la tecnologia di controllo/manipolazione mentale? Possiamo farcene un’idea dando una scorsa ai numerosi brevetti sull’argomento. Ne elencheremo qui una dozzina in ordine cronologico, dal più antico al più recente.

Brevetto US 3.951.134 (20 aprile 1976) – Apparecchio e metodo per monitorare ed alterare da remoto le onde cerebrali

Sommario: La presente invenzione riguarda un apparecchio e un metodo per monitorare le onde cerebrali in cui tutte le componenti dell’apparecchio impiegato sono distanti dal soggetto dell’esperimento. Più specificatamente, trasmettitori ad alta frequenza sono azionati per irraggiare energia elettromagnetica a diverse frequenze attraverso antenne, le quali sono in grado di scansionare l’intero cervello del soggetto o una qualsivoglia regione di esso. I segnali di diverse frequenze penetrano il cranio del soggetto e colpiscono il cervello, dove si mescolano per produrre un’onda d’interferenza modulata dalle radiazioni provenienti dalla naturale attività elettrica del cervello. L’onda d’interferenza modulata è ritrasmessa dal cervello e ricevuta da un’antenna situata in una stazione remota, dove viene demodulata e processata in modo da ottenere un profilo delle onde cerebrali del soggetto. Oltre a monitorare passivamente le onde cerebrali, è possibile influenzare i processi neurologici del soggetto trasmettendo al suo cervello, attraverso un trasmettitore, dei segnali compensatori. Questi ultimi segnali possono essere ricavati dalle onde cerebrali ricevute e processate.

Immagine tratta dal Brevetto US 3951134 che illustra il procedimento per inviare onde a diverse frequenze (41, 43) al cervello (10) e captare e analizzare le onde emesse da quest’ultimo (45).

Brevetto US 4.877.027 (31 ottobre 1989) – Sistema per indurre sensazioni uditive

Sommario: Il suono viene indotto nella testa di una persona irradiando la testa con microonde nell’intervallo di 100-10.000 megahertz, modulate con una particolare forma d’onda. La forma d’onda consiste in scariche di frequenza modulata. Ogni scarica è formata da 10-20 pulsazioni uniformemente intervallate e raggruppate strettamente insieme. La durata di una scarica è compresa fra 500 nanosecondi e 100 microsecondi, mentre quella di una pulsazione fra 1 nanosecondo e 1 microsecondo. La frequenza delle scariche è modulata dall’ingresso audio per creare la sensazione di udito nella persona la cui testa è irradiata.

Brevetto US 5.123.899 (23 giugno 1992) – Metodo e sistema per alterare lo stato di coscienza

Sommario: Un sistema per alterare lo stato di coscienza umano comporta l’applicazione simultanea di stimoli multipli, preferibilmente suoni aventi differenti frequenze e forme d’onda. La relazione tra le frequenze dei diversi stimoli è mostrata dall’equazione

g = sn/4 · f

dove: f = frequenza di uno stimolo; g = frequenza di un altro o degli altri stimoli; n = un numero intero positivo o negativo che è diverso per ciascuno stimolo.

Brevetto US 5.899.922 (4 maggio 1999) – Manipolazione del sistema nervoso tramite campi elettrici

Sommario: Apparecchio e metodo per manipolare il sistema nervoso di un soggetto tramite i nervi afferenti, modulati da un debole campo elettrico applicato dall’esterno. La frequenza del campo dev’essere scelta in modo che la modulazione causi l’eccitazione di una risonanza sensoriale. Le risonanze scoperte finora includono una intorno a ½ Hz, che influisce sul sistema nervoso autonomo, e una intorno a 2,4 Hz, che causa il rallentamento di alcuni processi corticali. L’eccitazione della risonanza autonomica di ½ Hz causa rilassamento, sonnolenza, ptosi delle palpebre, o eccitamento sessuale, a seconda della precisa frequenza usata. Il debole campo elettrico usato per causare l’eccitazione è applicato su aree della pelle lontane dalla testa del soggetto, così da evitare notevoli densità di corrente di polarizzazione nel cervello. Campi molto deboli sono sufficienti per determinare gli effetti fisiologici menzionati. Questo rende possibile eccitare risonanze sensoriali con piccoli dispositivi a batteria che hanno un consumo di corrente molto basso. Il metodo e l’apparecchio possono essere usati dalla popolazione generale come un aiuto per il rilassamento, il sonno o l’eccitamento sessuale, e clinicamente per il controllo e forse anche per il trattamento di tremori e crisi nervose, e disordini del sistema nervoso autonomo, come gli attacchi di panico.

Brevetto US 6.024.700 (15 febbraio 2000) – Sistema e metodo per rilevare un pensiero e generare un’istruzione di controllo in risposta ad esso

Sommario: Un metodo per rilevare un pensiero e generare un’istruzione di controllo corrispondente ad esso include il rilevamento del pensiero tramite il monitoraggio della pressione dell’aria vicino all’orecchio mentre il soggetto sta pensando. In aggiunta, il metodo include il fornire un’istruzione di controllo corrispondente al pensiero rilevato. È reso noto anche un sistema per rilevare un pensiero e generare una corrispondente istruzione di controllo: esso comprende un sensore di pressione per percepire la pressione vicino all’orecchio mentre il soggetto sta pensando; lo stesso sensore produce un segnale elettrico corrispondente alla pressione. Un processore elabora il segnale elettrico per rilevare il pensiero, genera l’istruzione di controllo in risposta al rilevamento, e invia un’istruzione di controllo ad una periferica di uscita che fornisce una funzione di controllo in uscita corrispondente all’istruzione di controllo.

Immagine tratta dal Brevetto US 6024700. Nelle cuffie si trova un sensore che percepisce le variazioni di pressione vicino all’orecchio in seguito a un pensiero. Ogni tipo di pensiero produce una variazione diversa, convertibile in un segnale elettrico.

Brevetto US 6.238.333 (29 maggio 2001) – Manipolazione magnetica remota del sistema nervoso

Sommario: Apparecchio e metodo per la manipolazione magnetica remota del sistema nervoso, tramite il campo magnetico generato dal dipolo di un magnete a barra rotante. La dipendenza dalla modulazione dei pattern di scarica spontanei dei recettori sensoriali, e lo sfruttamento del meccanismo di risonanza di alcuni circuiti neurali, consente l’uso di campi magnetici molto deboli. Questo, unitamente agli ampi momenti magnetici ottenibili con un magnete a barra permanente, rende possibile manipolare efficacemente il sistema nervoso di un soggetto ad una distanza di svariate centinaia di metri, usando un piccolo congegno portatile a batteria. Il metodo può essere impiegato per il mantenimento dell’ordine pubblico in situazioni di stallo [esempio: uno scontro tra civili e militari dove questi ultimi non riescono a prevalere, ndt].

Brevetto US 6.506.148 (14 gennaio 2003) – Manipolazione del sistema nervoso tramite campi elettromagnetici provenienti dai monitor

Sommario: Nel soggetto umano sono stati osservati effetti fisiologici in risposta alla stimolazione cutanea con deboli campi elettromagnetici, pulsati con determinate frequenze intorno a ½ Hz o 2.4 Hz, in modo da eccitare una risonanza sensoriale. Diversi monitor di computer e tubi catodici, quando mostrano immagini pulsate, emettono campi elettromagnetici pulsati di ampiezza sufficiente per causare un’eccitazione di questo tipo. È possibile, quindi, manipolare il sistema nervoso di un soggetto pulsando immagini mostrate su un monitor di computer o un televisore posti nelle vicinanze. Nel caso dei televisori, la pulsazione dell’immagine può essere incorporata nel materiale del programma, oppure sovrapposta modulando un flusso video, sia come segnale a radiofrequenza che come segnale video. L’immagine mostrata su un monitor può essere pulsata in maniera efficace da un semplice programma per computer. Nel caso di alcuni monitor, i campi elettromagnetici pulsati in grado di eccitare risonanze sensoriali in soggetti vicini possono essere generati anche se le immagini mostrate sono pulsate con intensità subliminale.

Immagini tratte dal Brevetto US 6506148. Il sistema nervoso di un soggetto può essere manipolato tramite lo schermo di un computer (Figura 4) o di un televisore (Figura 5). In quest’ultimo caso, un generatore (GEN) produce delle pulsazioni e un oscillatore (RFM) le trasmette al segnale proveniente dall’antenna, in modo da rendere “pulsate” le immagini che appariranno sullo schermo.

Brevetto US 2003/0171688 (11 settembre 2003) – Apparecchio per il controllo mentale

Sommario: È reso noto un apparecchio per il controllo mentale. Il dispositivo può indurre le onde cerebrali di un utente in uno stato di onde alfa o di onde theta rilevando e analizzando le onde cerebrali umane e trasmettendo quindi all’utente un messaggio audio di controllo mentale congruo con le onde cerebrali umane analizzate, in modo che l’utente possa migliorare le capacità di concentrazione o di memoria per se stesso/a. L’apparecchio di controllo mentale per attivare le onde cerebrali generate dal cervello dell’utente include: un sensore dell’EEG (Elettroencefalogramma) per rilevare, dalle onde cerebrali generate dal cervello dell’utente, la banda di frequenze corrispondente alle onde alfa e alle onde theta; una MCU (Unità di Controllo della Memoria) per determinare se le onde cerebrali rilevate dal sensore dell’EEG siano onde alfa o theta, attraverso un programma integrato di un pacchetto di programmi di analisi delle onde cerebrali, e per controllare l’uscita di un messaggio, che corrisponde alle onde alfa o theta, tra i messaggi audio di controllo mentale di un pacchetto MP3; un decodificatore audio per demodulare il segnale convertito in dati nel pacchetto MP3 dal segnale di controllo in uscita dalla MCU; un convertitore D/A [digitale-analogico, ndt] per ricevere il segnale fornito dal decodificatore audio e convertirlo in un segnale audio analogico; e mezzi di uscita audio per convertire il segnale audio analogico in un suono.

Brevetto DE 10253433 (27 maggio 2004) – Unità di trasmissione del pensiero invia raggi di onde elettromagnetiche modulate ad un ricevitore umano per influenzare pensieri ed azioni in assenza di un ricevitore elettronico

Sommario: L’invenzione riguarda i congegni e i metodi per trasmettere informazioni attraverso ampie distanze per mezzo di radiazioni elettromagnetiche, senza bisogno di sussidi elettronici dalla parte del ricevitore per convertire la radiazione elettromagnetica in segnali acustici od ottici, come nel caso per esempio di radio, televisione o telefoni cellulari. In base all’invenzione, un fascio di radiazioni elettromagnetiche modulato è inviato nell’organismo del ricevitore in modo tale da innescare reazioni che corrispondano ad un’intenzionale trasmissione di pensieri. L’invenzione può essere usata, per esempio, (a) per favorire la comunicazione con persone in bunker o sotto le macerie in seguito a terremoti; (b) per inviare normali messaggi al personale di sicurezza; (c) per sostenere importanti trattative e persone che parlano in pubblico; (d) per sensibilizzare la popolazione su importanti questioni durante situazioni di emergenza, per esempio inviando avvisi di pericolo; (e) in combinazione con metodi investigativi per tracciare un profilo e leggere la mente dei criminali; (f) per la terapia e la profilassi di alcune menomazioni patologiche del metabolismo cerebrale e per influenzare alcune limitazioni non patologiche, situazioni stressanti e processi d’invecchiamento del metabolismo cerebrale.

Alcune immagini tratte dal Brevetto DE 10253433. Il dispositivo per la trasmissione del pensiero può essere collocato su un veicolo, su un’antenna, in un edificio o su un satellite. Il raggio di energia elettromagnetica può attraversare anche un muro di cemento armato: il soggetto al di là del muro può essere rilevato da una telecamera a onde millimetriche o a raggi infrarossi. Il raggio d’azione del dispositivo può andare da alcune decine di metri fino a centinaia di chilometri.

Brevetto WO 2005/055579 (16 giugno 2005) – Sistema per produrre telepatia artificiale

Sommario: È presentato un dispositivo che fornirà all’utente una forma di telepatia artificiale, vale a dire l’abilità di comunicare con gli altri senza alcun segno evidente di connessione. Il sistema comprende un “motore” per telefono cellulare che si interfaccia con una rete di telefonia mobile pubblica, esistente o futura. Questo dispositivo contiene anche un trasponditore a potenza molto bassa, che è collegato via wireless a uno o più trasponditori corrispondenti impiantati nel corpo. A questi ultimi sono connessi dei trasduttori, anch’essi impiantati: uno è piazzato in una posizione tale da raccogliere le parole pronunciate dall’utente e l’altro in una posizione tale da impartire all’utente voci e segnali di stato udibili. I trasduttori possono essere connessi acusticamente, tramite contatto diretto con le ossa o con altri tessuti, o mioelettricamente, tramite elettrodi connessi ai tessuti o ai nervi. Nelle reti di telecomunicazioni future, quando i livelli di potenza richiesti saranno molto più bassi, l’intero dispositivo potrà essere impiantato e connesso direttamente a una rete mobile pubblica. Il sistema è ulteriormente potenziato dall’uso della tecnologia di riconoscimento vocale, che rende possibili le operazioni del dispositivo tramite comandi vocali o sonori, senza bisogno di azioni manuali. Un ulteriore potenziamento del sistema consisterebbe nella capacità di trasferire immagini attraverso un dispositivo connesso visivamente o elettricamente agli occhi e una piccola telecamera per registrare quello che gli occhi vedono. Le caratteristiche del dispositivo emuleranno la telepatia, poiché esso consentirà una apparentemente invisibile comunicazione di voci e immagini con altri soggetti connessi alla rete.

Brevetto KR 2017/0090373 (7 agosto 2017) – Sistema di controllo mentale per interfacce umane

Sommario: La presente invenzione riguarda un sistema di controllo mentale per controllare un essere umano usando una mappa delle onde cerebrali e una mappa genetica. In base alla presente invenzione, il sistema di controllo mentale comprende: un chip nanoelettronico (NEC) introdotto o collegato al corpo umano per trasmettere e ricevere un segnale wireless; almeno un nano-biosensore, per trasmettere un segnale elettrico generato dal NEC alle cellule nervose e alle altre cellule umane, e incorporato o collegato al NEC per rilevare informazioni biometriche; e un supercomputer principale, per trasmettere un segnale wireless al NEC al fine di controllare arbitrariamente le cellule nervose e i geni del corpo umano, e usato anche per l’Internet via cavo. In base alla presente invenzione, un nervo cranico può essere controllato in modo che un portatore di handicap possa eseguire un’azione premeditata. Inoltre, si prevede che il sistema di controllo mentale descritto nella presente invenzione potrà essere utilizzato come mezzo di compravendita e per operazioni finanziarie, compresa la conferma dell’identificazione personale.

Immagine tratta dal Brevetto KR 2017/0090373. Il chip impiantato nel corpo umano può scambiare informazioni via wireless (39) con i satelliti, a loro volta collegati al supercomputer principale (MSC, 30). Le informazioni biometriche e finanziarie del soggetto possono essere trasmesse anche allo smartphone (34) e ad altri computer (31, 33, 35, 36), tramite Internet senza fili o via cavo (37).

Brevetto WO 2020/037332 (20 febbraio 2020) – Sistemi e metodi per la valutazione personalizzata dell’apprendimento e dell’attenzione attraverso il “neurofeedback training”

Sommario: Sono resi noti un metodo e un sistema per il neurofeedback training. Il metodo può includere il rilevamento di un segnale di un’onda cerebrale associato all’attività elettrica del cervello di uno studente; l’analisi di una caratteristica di questo segnale; la generazione di un “punteggio di attenzione” indicativo del livello di partecipazione dello studente; la determinazione di un “punteggio di rendimento” dello studente; la regolazione dello stimolo basata su una combinazione dei punteggi di attenzione e di rendimento per personalizzare l’esperienza educativa dello studente.  Sono resi noti anche un metodo e un sistema per la valutazione dell’attenzione. Il metodo comprende l’ottenimento di dati relativi alle risposte quando un utente esegue un gioco programmato per verificare l’attenzione, e può acquisire i corrispondenti dati relativi all’EEG tramite un dispositivo indossabile. I dati relativi alle risposte e all’EEG possono essere processati, in modo da ottenere dei punteggi corrispondenti. I punteggi delle risposte e dell’EEG possono essere sostituiti in un’equazione per ottenere i punteggi di attenzione.

Conclusioni

Alla luce di quanto abbiamo appena visto, è doveroso chiedersi cosa potrà riservarci il futuro in quest’ambito. Recentemente, in una scuola elementare di Hangzhou, in Cina, è stata impiegata una “fascia cerebrale” per monitorare l’attenzione degli alunni. Il dispositivo è basato sulla tecnologia descritta nell’ultimo brevetto elencato e il suo utilizzo ha generato un notevole scalpore.

Il timore è più che comprensibile: un domani, infatti, questa ed altre tecnologie analoghe potrebbero essere applicate su larga scala, con ripercussioni catastrofiche sulla sfera privata dei singoli individui. Forse non è un caso che questo articolo del World Economic Forum, pubblicato nel novembre 2016, reciti: “Benvenuti nel 2030: non possiedo nulla, non ho privacy e la vita non è mai stata migliore”…

Fu lo stesso Delgado, ormai più di mezzo secolo fa, a parlare di “società psicocivilizzata”, nella quale sarebbe stato possibile (grazie agli strumenti da lui inventati) un totale controllo dell’individuo. Ovviamente, non è detto che un simile scenario si concretizzi: i presupposti, però, ci sono tutti, a cominciare dalla tecnologia necessaria. Nel frattempo, non ci resta che vigilare… anche – e soprattutto – sui nostri pensieri.

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