Sulle Orme dei Giganti

Orme giganti scolpite sul pavimento del tempio di Ain Dara, in Siria. Da qui.

Sono veramente esistiti i Giganti? Qui non ci riferiamo ai “normali” esseri umani più alti della media, bensì a quei personaggi dalla statura smisurata e dalla forza sovrumana che affollano miti e leggende di ogni angolo del globo.

In un certo senso, ci siamo già dati una risposta: dove c’è fumo c’è anche un po’ d’arrosto, e un arrosto gigante produrrà molto fumo. Pertanto l’abbondanza di racconti mitologici e leggendari sui Giganti è già di per sé un indizio a favore della loro esistenza storica. Ma non è ancora una prova: dobbiamo chiederci, quindi, se siano rimaste delle tracce materiali di questi personaggi.

Ebbene, queste tracce esistono e in questo articolo ne mostreremo alcune. Nello specifico, ci concentreremo sulle impronte: queste sono state ritrovate in diversi luoghi del mondo e possono essere state lasciate solo da uomini giganteschi.

Prima di addentrarci nell’argomento, teniamo presente che la lunghezza del piede umano corrisponde a circa 1/6-1/7 della statura: un uomo alto 1 metro e 80 centimetri, per esempio, avrà piedi lunghi tra i 25 e i 30 centimetri. Robert Wadlow, l’uomo più alto nella storia della medicina, era alto 2 metri e 72 centimetri ed aveva piedi lunghi 47 centimetri, ovvero poco meno di 1/6 della sua statura (essendo morto all’età di 22 anni, probabilmente doveva crescere ancora). Ma vedremo che alcune delle orme ritrovate testimoniano la presenza di uomini di gran lunga più alti.

Le impronte di Pingyan (Cina)

Una delle impronte di Pingyan a confronto con un piede umano. Da qui.

Il 26 agosto 2016, il sito Sina English riportò la notizia di un curioso ritrovamento avvenuto due giorni prima nel villaggio di Pingyan, nel sud-ovest della Cina. Alcuni fotografi, infatti, si sarebbero imbattuti in alcune impronte umane (ma molto più grandi del normale) impresse nella roccia. Sul sito si trovano tre fotografie, in cui si notano una grande orma ben definita ed un’altra orma parziale, dalle stesse proporzioni.

Alcuni siti (per esempio questo) affermano che l’impronta completa misurava 57 centimetri di lunghezza per 20 di larghezza. In realtà, la fonte originale non dice nulla riguardo alle dimensioni delle orme. Tuttavia, dalle foto possiamo notare che l’impronta completa misura circa il doppio di un piede umano normale: questo farebbe stimare la sua lunghezza in circa mezzo metro. Dunque l’individuo che lasciò quelle orme doveva avere una statura di 3 metri-3 metri e mezzo.

Un’altra fotografia delle impronte di Pingyan. Notare, in basso a destra, quella che sembra un’orma parziale. Da qui.

Che dire invece dell’età delle orme? Anche qui la fonte originale è laconica: si limita a dire che “potrebbero risalire ad epoche remote”. Ma effettivamente la datazione delle rocce presenta parecchi problemi, che avevamo già esposto qui. Perciò stabilire l’età di queste impronte è – allo stato attuale delle nostre conoscenze – praticamente impossibile. Comunque ritorneremo più avanti su questo argomento.

L’impronta di Bheema (India)

Quest’orma si trova nel villaggio di Makali, in India, ed è attribuita al mitologico guerriero Bheema. Il tempio dove si trova l’impronta infatti è dedicato a lui. Da qui.

Nel sud dell’India, nei pressi di Bangalore, si trova il villaggio di Makali, dove si trova un tempio che ospita un’orma decisamente fuori dal comune. Il sito viene chiamato Bheemana Hejje, poiché gli abitanti del posto ritengono che l’impronta sia quella di Bheema (o Bhima), un personaggio della mitologia indiana.

L’impronta di Bheema a confronto con i piedi umani. Da qui.

La storia di Bheema è narrata nel Mahabharata: di lui si narra che fosse di grande statura e avesse una forza eccezionale. E questa impronta, secondo gli Indiani, sembrerebbe confermarlo. L’orma a dire il vero non è “perfetta”, sembra piuttosto quella di un piede piatto. Secondo alcune fonti, misurerebbe circa 75 centimetri di lunghezza, per cui la statura di Bheema (o chi per lui) dovrebbe essersi aggirata tra i 4 metri e mezzo e i 5 metri.

Un’orma di dimensioni simili (2 braccia, circa 90 centimetri) è menzionata da Erodoto (Storie, IV, 82): si trovava impressa su una roccia presso il fiume Tyra (l’attuale Dnestr) e veniva attribuita ad Eracle.

L’impronta di Mpuluzi (Sudafrica)

L’impronta di Mpuluzi. Da Twitter.

Lasciamo momentaneamente l’Asia per trasferirci in Africa, per l’esattezza a Mpuluzi, una località sudafricana vicina al confine con lo Swaziland. Anche qui troviamo, impressa nella roccia, un’orma gigantesca, lunga ben 120 centimetri. Il piede che la impresse doveva quindi appartenere a un gigante alto quasi otto metri!

L’impronta di Mpuluzi fu scoperta nel secolo scorso (nel 1912 secondo alcune fonti, nel 1931 secondo altre) da Stoffel Coetzee, un cacciatore locale, ma salì “alla ribalta” solo nel 2012, quando lo scrittore sudafricano Michael Tellinger pubblicò un video in cui sosteneva la sua autenticità. Chiaramente le sue dichiarazioni hanno fatto scalpore, poiché il granito in cui l’orma era impressa era stato datato a oltre 3 miliardi di anni fa!

Non entro nel merito delle datazioni, che come abbiamo già accennato sono molto meno affidabili di quanto si creda. Ma assumiamo che la datazione della roccia sia corretta: allora quando, come, e da chi è stata impressa l’orma? Alcuni hanno chiamato in causa una fantomatica erosione, mentre altri l’incisione della roccia da parte dei locali. Ma entrambe le ipotesi sono improbabili: l’impronta è troppo ben definita per essere frutto di erosione, e inoltre si trova in un luogo isolato, sconosciuto a tutti fino a un secolo fa.

Michael Tellinger accanto all’impronta di Mpuluzi, nel 2019. Da YouTube.

Insomma, forse l’orma è stata lasciata davvero da un gigante. Ma com’è possibile che sia stata impressa nel granito? Si tratta pur sempre di una roccia durissima, e non c’è gigante che tenga. Tuttavia credo che esista una possibile spiegazione. Molto probabilmente, infatti, alcune antiche civiltà avevano trovato il modo di fondere la pietra, come testimoniato da numerose costruzioni sparse per il mondo. Che i Giganti abbiano sfruttato queste conoscenze per lasciare tracce indelebili della loro presenza? A mio avviso non è improbabile…

L’impronta di Chistovodnoe (Russia)

Una ragazza accanto all’impronta gigante di Chistovodnoe. Da qui.

Dall’Africa ci spostiamo nuovamente in Asia, e precisamente nel distretto di Lazovsky, nell’Estremo Oriente russo. Nei pressi del villaggio di Chistovodnoe si trova un’attrazione turistica davvero particolare, il Park Drakonov (Parco dei Draghi). Questo sito è caratterizzato dalla presenza di strane formazioni rocciose, che ricordano animali (tra cui appunto draghi) o volti umani. Ma è una roccia in particolare ad attrarre la nostra attenzione: essa reca infatti l’impronta di un gigante.

Un piede umano a confronto con l’orma gigante. Da qui.

Dalle foto riportate qui possiamo notare le ingenti dimensioni di quest’orma. La sua lunghezza è pressappoco cinque volte maggiore di quella di un piede umano, ovvero circa un metro e mezzo. Questa, peraltro, è la misura riportata da chi ha visitato personalmente il sito. Il gigante che lasciò quest’impronta doveva avere quindi una statura compresa fra i 9 e i 10 metri…

L’impronta di Kayangan (Indonesia)

L’impronta di Kayangan a confronto con un normale essere umano. Da qui.

Quando ho visto per la prima volta la foto qui sopra, stentavo a credere che fosse reale. Ho dovuto ricredermi: questa gigantesca impronta infatti esiste davvero. Si trova in Indonesia, e precisamente nel villaggio di Kayangan, sulle scogliere del fiume Cempogok. Il luogo è praticamente sconosciuto a chiunque al di fuori della popolazione locale, complici forse il suo difficile accesso e il disinteresse del governo. Pertanto anche le informazioni su di esso sono estremamente scarse.

L’impronta di Kayangan misura circa 5 metri di lunghezza. Ciò testimonierebbe l’esistenza di un gigante alto dai 30 ai 35 metri, come un palazzo di 10 piani! Si tratta di una statura veramente colossale, inconcepibile: un siffatto gigante starebbe agli uomini attuali più o meno come Gulliver stava ai lillipuziani…

Un’altra fotografia dell’impronta di Kayangan. Da qui.

Gli abitanti del posto attribuiscono l’orma a Datu Keling, un personaggio che avrebbe regnato sulla regione in tempi antichi (datu significa “re” in indonesiano). Una volta scomparso, Datu Keling avrebbe lasciato delle impronte come segno della sua presenza. Peraltro, sembra che circa 500 metri a sud-ovest dell’impronta si trovino altri siti d’interesse archeologico, tra cui ad esempio alcuni pozzi. Potrebbero essere indicativi di un’antica presenza umana, o di una vera e propria civiltà scomparsa… quella dei Giganti! Ma purtroppo per ora non abbiamo altre informazioni in merito.

BONUS – Per finire, ecco una mappa delle orme giganti viste in questo articolo. La localizzazione precisa di alcune impronte è sconosciuta, per cui ho inserito le coordinate approssimative dei luoghi dove si trovano (nello specifico, il villaggio di Pingyan in Cina e il Park Drakonov in Russia).

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