I Brevetti sui Dischi Volanti

Immagine tratta dal Brevetto US 3312425 del 1967, che illustra un velivolo del tutto identico a un tipico UFO.

Introduzione

I termini “UFO” e “disco volante” sono entrati ormai da tempo nel nostro vocabolario: chi di noi non ha mai sentito parlare di questi misteriosi “oggetti volanti non identificati” (Unidentified Flying Objects)? A partire dal Secondo dopoguerra, gli avvistamenti di questi velivoli si sono moltiplicati a dismisura: esistono migliaia di testimonianze, disegni, fotografie, filmati di persone che sostengono di averli visti. Chiaramente, in tutto questo materiale bisogna saper distinguere il grano dal loglio; a mio avviso, comunque, esistono sufficienti prove per dimostrare la concretezza del fenomeno.

Ma quale potrebbe essere l’origine di questi oggetti volanti? Essi hanno caratteristiche talmente eccezionali rispetto ai velivoli convenzionali (forme insolite, colori brillanti, capacità di raggiungere velocità elevatissime e di mantenersi in volo stazionario, ecc.), da sembrare mezzi del tutto “alieni” al nostro pianeta. Chi non nega il fenomeno, quindi, è solitamente propenso a ritenere gli UFO dei velivoli extraterrestri: d’altronde, la realizzazione di mezzi con simili proprietà non è neanche lontanamente alla portata della nostra tecnologia!

Ma è davvero così? In questo articolo ho raccolto un certo numero di brevetti che dimostrano proprio il contrario: realizzare una “macchina volante” è possibile eccome, almeno in linea teorica. Ovviamente, non essendo un esperto in ingegneria aerospaziale, non posso stabilire con certezza se le macchine descritte nei brevetti potrebbero effettivamente avere tutte le qualità descritte; tuttavia, la descrizione di velivoli così particolari merita sicuramente attenzione, tanto più se oggetti identici a questi vengono poi avvistati in cielo (eh già, proprio così).

Vediamo quindi alcune di queste invenzioni: elencheremo i brevetti in ordine cronologico, dal più antico al più recente.

Brevetto US 3.067.967 (11 dicembre 1962) – Macchina volante

Sommario: Questa invenzione riguarda le macchine volanti in generale, e più in particolare la tipologia di macchine volanti in grado di decollare e atterrare, mantenersi in volo stazionario, viaggiare ad elevate velocità, e svoltare e manovrare in direzione azimutale velocemente. Uno scopo primario di questa invenzione è quello di fornire una macchina volante della tipologia descritta in cui riducendo il peso a vuoto mantenendo il peso totale grazie all’aumentata capacità di carico non implica una ridotta capacità aerodinamica della macchina volante. Un altro scopo di questa invenzione è quello di fornire una macchina volante della tipologia descritta in cui le coppie giroscopiche possono essere utilizzate per aumentare la stabilità durante il volo stazionario senza che sia necessario aumentare il peso a vuoto della macchina volante. Un altro scopo di questa invenzione è quello di fornire una macchina volante della tipologia descritta che abbia un’aumentata stabilità e manovrabilità durante tutte le fasi del suo viaggio.

Commenti: Il brevetto descrive un tipico disco volante, di forma – appunto – discoidale e dotato di cupola. Se prestiamo fede alle parole dell’inventore, il velivolo potrebbe avere effettivamente le capacità di un UFO, in primis quella di mantenersi in volo stazionario. In questa sede, comunque, non ci occuperemo della tecnologia impiegata; approfondiremo semmai questo argomento in un prossimo articolo. Qui facciamo notare che un disco dalla forma molto simile a quello descritto nel brevetto fu avvistato a Passaic, nel New Jersey, il 29 luglio del 1952 (vedi l’immagine sottostante). L’anteriorità dell’avvistamento rispetto al brevetto non deve sorprenderci: non stiamo dicendo, infatti, che l’UFO del New Jersey sia lo stesso velivolo brevettato dieci anni più tardi, bensì che una “macchina volante” del genere non era necessariamente appannaggio di una civiltà extraterrestre.

A sinistra, immagine tratta dal Brevetto US 3067967 del 1962; a destra, fotografia del disco volante avvistato a Passaic (New Jersey) il 29 luglio del 1952 (da qui).

Brevetto US 4.214.720 (29 luglio 1980) – Disco volante

Sommario: Un disco volante capace di decollo verticale, volo stazionario, o volo orizzontale a motore. Il disco comprende un’ala discoidale, che è circolare e include una superficie convessa sulla parte superiore e una superficie concava inferiore. L’ala comprende anche un bordo principale interno che delimita un’apertura circolare centrata su un asse verticale centrale. La superficie arcuata converge sul bordo principale e su un bordo di uscita concentrico esterno. L’ala discoidale può ruotare liberamente intorno a una struttura centrale di supporto che funge da supporto anche per una cabina di pilotaggio. Due serie di palette di turbina sono affisse all’ala discoidale adiacenti al bordo principale. Motori che producono una spinta sono fissati al supporto centrale per dirigere la spinta radialmente verso l’esterno attraverso le palette. Ciò comporta la rotazione dell’ala discoidale e produce il sollevamento. L’angolo di spinta può essere regolato in modo che la spinta sia diretta soltanto attraverso l’una o l’altra serie di palette o in una qualsiasi direzione intermedia, per cambiare le caratteristiche del sollevamento. Sulla superficie superiore del disco si trova una serie di palette di compressore, adiacenti alla cabina di pilotaggio. Le palette ruotano insieme all’ala discoidale per ricevere e dirigere l’aria verso il basso, nella struttura centrale di supporto. Esse forniscono aria di combustione per il motore e riducono la pressione dell’aria al di sopra del disco. Al di sotto della superficie concava dell’ala si trovano motori per fornire la spinta orizzontale. La stabilizzazione della manovrabilità e della rotazione della cabina di pilotaggio e della struttura centrale di supporto è garantita da un meccanismo di deviazione della spinta.

Commenti: Anche qui ci ritroviamo al cospetto di un tipico UFO discoidale. La forma di questo velivolo ricorda molto da vicino quella di un oggetto filmato nel 2015 da alcuni piloti americani. Il video che lo riprendeva, intitolato “GIMBAL”, è stato rilasciato ufficialmente dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti lo scorso anno. Un fotogramma tratto dal video è riportato nell’immagine sottostante assieme a un paio di disegni tratti dal brevetto.

A sinistra, immagine tratta dal Brevetto US 4214720 del 1980; a destra, un fotogramma del video “GIMBAL” rilasciato dal Dipartimento della Difesa statunitense (il video completo è visionabile e scaricabile da qui).

Brevetto US 2006/0145019 (6 luglio 2006) – Navicella spaziale triangolare

Sommario: Questa invenzione consiste in una navicella spaziale con uno scafo triangolare, avente piastre caricate elettricamente sugli spigoli verticali dei tre lati. I due spigoli posteriori sono caricati con un potenziale elettrico V. Lo spigolo anteriore è caricato con un potenziale elettrico –V. L’angolo di 60° sullo spigolo crea una singolarità di densità lineare di carica che produce un vasto campo elettrico orizzontale orientato in senso postero-anteriore, il quale inoltre è parallelo ai lati del triangolo. Una schiera di antenne a fessura orizzontali situate ai lati dello scafo produce un’onda elettromagnetica con il campo elettrico polarizzato in direzione verticale. Questa combinazione di campi produce una forza spaziotemporale in direzione sia verticale sia orizzontale; ciò fa sì che la navicella riceva una forza di sollevamento e una forza di propulsione.

Commenti: Il brevetto descrive un velivolo di forma triangolare, che per il sollevamento e la propulsione sfrutta forze generate da campi elettromagnetici. Si tratta di un documento di estremo interesse, poiché degli oggetti volanti identici a quello descritto furono avvistati a più riprese in Belgio tra il 1989 e il 1990 (la cosiddetta “ondata di UFO belga”). Qua sotto sono riportati una fotografia ed alcuni disegni di questi UFO, dai quali traspare l’evidentissima somiglianza con il velivolo descritto nel brevetto. Certo, quest’ultimo fu pubblicato oltre 15 anni dopo questi eventi. Ma perché? Furono gli “alieni” a fornire all’inventore la tecnologia necessaria per realizzare il mezzo? Oppure questa tecnologia esisteva già negli anni Ottanta e solo in seguito fu brevettato un velivolo che sfruttava questi principi? Io ovviamente propendo per la seconda ipotesi, sebbene nulla possa essere escluso. Del resto la realtà supera spesso la fantasia…

(A) Immagine tratta dal Brevetto US 2006/0145019 del 2006. (B) Fotografia di un UFO triangolare avvistato in Vallonia (Belgio) il 15 giugno del 1990. Da qui. (C) Disegni di velivoli triangolari osservati in Belgio tra il 1989 e il 1990, effettuati dai testimoni oculari. Da qui.

Brevetto US 8.109.471 (7 febbraio 2012) – Nave spaziale interstellare di forma tubulare

Sommario: L’invenzione riguarda un aeromobile basato sul plasma, avente un campo magnetico e un vortice di plasma. La nave ha una forma tubulare e possiede un’ampia schiera di condensatori. Possiede anche un acceleratore di protoni, cannoni al plasma e congegni diversivi. Col tempo, la nave potrà quasi raggiungere la velocità della luce. La nave ottiene carburante a costo zero, direttamente dall’atmosfera, o da un’atmosfera indotta da radiazioni nello spazio, simile all’atmosfera di gas nobili della nostra Luna. La nave può viaggiare fino ad una stella di tipo G o K [cioè simile al nostro Sole, ndt] per il costo soltanto della costruzione del mezzo. La nave possiede a bordo tre navicelle esplorative. La nave produce vortici di plasma all’interno di un campo elettromagnetico, un campo di plasma disomogeneo, diamagnetico, orbitante, con una corrente di plasma magnetoidrodinamica elettricamente conduttiva. La nave possiede approssimativamente sette bande di tungsteno non isolate, che la circondano.

Commenti: Questo eccezionale brevetto descrive un velivolo equiparabile a tutti gli effetti ad una “nave madre”. L’autore spiega che se malauguratamente un asteroide colpisse il nostro pianeta, questa nave ci permetterebbe di fuggire alla volta di altri sistemi solari, viaggiando addirittura a velocità prossime a quelle della luce! Ora, nella casistica ufologica gli avvistamenti di velivoli tubulari abbondano. Questi oggetti sono stati ribattezzati “navi madri” perché spesso contengono velivoli più piccoli (di solito discoidali) che sembrano avere una funzione esplorativa. Analogamente, la nave descritta nel brevetto possiede a bordo tre “navicelle esplorative”, raffigurate come dei tipici dischi volanti. Qui sotto è riportata una fotografia scattata il 3 luglio del 1967 a Cumberland, in Rhode Island: si osserva un grosso UFO “a sigaro” nelle cui vicinanze si trova un piccolo oggetto discoidale. L’autore dello scatto affermò che quest’ultimo era dotato di una cupola ed era fuoriuscito da una porta sulla parte posteriore dell’UFO tubulare, il che è coerente con le descrizioni del brevetto.

A sinistra, immagine tratta dal Brevetto US 8109471 del 2012: si notino, nella parte posteriore della nave, le tre navicelle di forma discoidale. A destra, fotografia dell’UFO sigariforme avvistato a Cumberland (Rhode Island) il 3 luglio del 1967; in basso a destra è visibile un piccolo disco volante. Da qui.

Brevetto CN 102616377 (1° agosto 2012) – Disco volante Tai Chi

Sommario: L’ispirazione per un disco volante Tai Chi proviene principalmente da una mappa di Tai Chi Bagua e dall’effetto del movimento di una trottola [la precessione, ndt]. Il disco volante è azionato dal trasferimento dell’abbondante energia cosmica in energia elettrica. Quest’ultima può essere trasportata e conservata indirettamente come energia cinetica d’inerzia meccanica. Anche altri congegni di generazione di energia possono essere piazzati sul disco volante come fonti di energia ausiliaria. Il disco volante può ruotare velocemente intorno ad un asse, orientarsi, accelerare, restare sospeso, frenare e volare velocemente lungo varie traiettorie. La forma del disco volante è in accordo con i principi dell’idrodinamica. Il disco volante può volare nell’atmosfera e nello spazio, navigare in acqua o muoversi sott’acqua, e possiede prestazioni ancora superiori. Nel complesso, il disco volante include una speciale cupola, un anello di ruota a sospensione magnetica, uno sfiatatoio centrale, una cappa aspirante trasparente, una cabina, un compressore d’aria, uno speciale ugello, un applicatore universale e simili. Il disco volante usa come riferimento concetti elevati della boxe simulata (prendere in prestito la forza per distruggerla, fondersi con l’ambiente e con le cose) e usa principi come la precessione, la sospensione magnetica e simili.

Commenti: Curioso brevetto per il quale l’autore afferma di essersi ispirato all’arte marziale cinese del Tai Chi; egli infatti individua delle analogie tra questa arte e il modo in cui il disco si muove e utilizza l’energia. Secondo l’inventore, il disco può muoversi non solo in aria, ma anche sott’acqua: in effetti, esistono diversi esempi di “UFO sottomarini”, capaci di muoversi sia in acqua che in aria. Per quanto riguarda gli avvistamenti di UFO “celesti”, un oggetto dalla forma molto simile a quello brevettato fu avvistato ad Ann Arbor, in Michigan, il 20 marzo 1966 (vedi il disegno qui sotto). Ancora una volta, non stiamo dicendo che si tratti dello stesso velivolo brevettato molto più tardi: facciamo solo notare che i mezzi frutto dell’ingegno umano sono “stranamente” quasi identici a quelli ritenuti di origine extraterrestre…

A sinistra, immagine tratta dal Brevetto CN 102616377 del 2012; a destra, disegno dell’UFO avvistato ad Ann Arbor (Michigan) il 20 marzo del 1966 (da qui).

Conclusioni

Da quanto sopra esposto, dovrebbe risultare chiaro che un’origine terrestre degli UFO è tutt’altro che improbabile: la tecnologia per realizzare macchine volanti esiste già da decenni e i brevetti qui raccolti ne sono un’eccellente dimostrazione. Se poi pensiamo al fatto che altri brevetti analoghi potrebbero essere coperti da segreto militare e pertanto non ancora pubblicati, la probabilità che il fenomeno UFO sia del tutto (o perlomeno in gran parte) endogeno al nostro Pianeta si fa ancora maggiore. Alcune fotografie mostrate, poi, costituiscono a mio avviso una vera e propria “pistola fumante”. Insomma, per farla breve: nell’acronimo UFO non c’è più posto per la U!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.