Le Reliquie dei Giganti

Il cranio gigante della Harvard Medical School, realizzato alla fine del XIX secolo a scopo didattico. Da qui.

L’esistenza dei Giganti è testimoniata da moltissimi miti e leggende provenienti dalle più disparate regioni del globo. È chiaro però che tali racconti, peraltro spesso esagerati, non sono sufficienti come prova della loro esistenza (pur essendo un valido indizio): ci occorrono dei reperti, dei resti materiali di questi personaggi.

Ebbene, in passato avevamo parlato delle misteriose orme gigantesche impresse nella roccia, rinvenute in diverse parti del mondo ed attribuibili solo a uomini di elevatissima statura (talora perfino superiore ai 10 metri!). Tuttavia, le tracce dei Giganti non si limitano alle impronte: sono stati ritrovati, infatti, anche molti scheletri umani giganteschi, nonché oggetti enormi che solo uomini dalla statura “fuori scala” avrebbero potuto maneggiare agevolmente. Per non parlare poi delle imponenti costruzioni megalitiche disseminate in tutto il mondo, che gli antichi attribuivano proprio ai Giganti.

Vediamo dunque alcuni di questi resti: nel loro insieme, dovrebbero convincere gli scettici che un tempo “c’erano sulla terra i giganti” (Genesi, 6, 4).

Resti ossei

Le notizie di ritrovamenti di ossa giganti abbondano. Faremo una breve carrellata di queste notizie, per poi concentrarci su alcuni ritrovamenti più recenti comprovati anche da fotografie.

Il celebre storico greco Erodoto (circa 485-425 a.C.) riporta il racconto di un fabbro della città di Tegea, in Grecia: “Volevo scavare un pozzo in questo cortile, scavai e m’imbattei in una bara di sette braccia [circa 3 metri]. L’aprii e… Io non credevo che fossero esistiti uomini di maggiori dimensioni di quelli di oggi, ma vidi che il morto era di lunghezza pari alla bara; lo misurai e lo riseppellii” (Storie, I, 68). Lo scheletro fu identificato con quello di Oreste, il figlio di Agamennone, e le sue ossa furono portate a Sparta.

Di ossa gigantesche parlano anche i resoconti dei conquistadores spagnoli. Si narra ad esempio che ad Hernan Cortes, giunto in Messico, i nativi mostrarono un femore umano di lunghezza pari alla statura di una persona normale. Anche il medico Francisco Hernandez testimoniò di aver visto ossa umane di enormi dimensioni; secondo l’interpretazione corrente si sarebbe trattato in realtà di ossa di animali preistorici, ma sarebbe piuttosto strano se un medico non fosse riuscito a notare le differenze.

Molti altri ritrovamenti sono riportati in vecchi articoli di giornale. Eccone alcuni:

  • Nel 1856 a East Wheeling, in Ohio, fu ritrovato uno scheletro umano lungo circa 3 metri e 30, con la mascella e i denti “grandi quasi quanto quelli di un cavallo” (New York Times, 21 novembre 1856);
  • Nel 1868, durante gli scavi per la costruzione di una diga lungo il Mississippi, gli operai scoprirono una sorta di tomba contenente uno scheletro umano pietrificato, lungo circa 3 metri e 40 (New York Times, 25 dicembre 1868);
  • Nel 1886 presso il Tumlin Mound Field, in Georgia, furono ritrovate parecchie ossa umane, alcune delle quali enormi; si stimò che alcune fossero i resti di un uomo alto oltre 4 metri e 20 (New York Times, 5 aprile 1886);
  • Nel 1897 a Maple Creek, in Wisconsin, fu scoperto uno scheletro umano lungo quasi tre metri (New York Times, 20 dicembre 1897)
  • Nel 1900 tra i ghiacci dell’Alaska furono ritrovati cinque scheletri appartenuti a uomini molto alti, i più grandi tra i 2 metri e 10 e i 2 metri e 20 (San Francisco Call, 18 novembre 1900);
  • Nel 1908 in Messico fu scoperta una caverna contenente oltre duecento scheletri umani, tutti di lunghezza superiore ai 2 metri e 40; uno di essi, misurato più accuratamente, risultò misurare circa 2 metri e 70 (New York Times, 4 maggio 1908);
  • Nel 1919 nei pressi di Seymour, in Texas, fu rinvenuto uno scheletro umano fossilizzato lungo ben 5 metri e mezzo (New York Times, 26 luglio 1919).
Una selezione di articoli di giornale inerenti il ritrovamento di ossa e scheletri di giganti.

In tempi più recenti, il ricercatore austriaco Klaus Dona ha riportato alla luce diversi reperti eccezionali che dimostrerebbero l’esistenza di antiche civiltà evolute. Tra i reperti non mancano ossa umane di enormi dimensioni: in Bolivia, per esempio, sono stati riportati alla luce scheletri alti circa 2 metri e 60, con il cranio allungato (simili crani sono stati ritrovati in molte altre parti del mondo ed hanno una struttura diversa dalla nostra).

Alcune delle ossa ritrovate in Bolivia da Klaus Dona. Da qui.

Oggetti

I resti ossei non sono le uniche tracce che i Giganti hanno lasciato sul pianeta. Esistono, infatti, anche degli oggetti che, per le loro dimensioni, sembrano proprio realizzati “a misura di gigante”! Vediamo alcuni esempi.

Nel Museo Archeologico di Heraklion, a Creta, sono conservate delle asce doppie (tipiche della civiltà minoica) veramente enormi. È possibile, ovviamente, che si trattasse di oggetti votivi; tuttavia, guardandole si è tentati di fare un parallelismo con la lancia del gigante Golia, la cui asta “era come un subbio di tessitori e la lama dell’asta pesava seicento sicli di ferro [9 kg]” (1 Samuele, 17, 7).

Le gigantesche asce cretesi. Da qui.

Passando dalle asce ad oggetti più primitivi, troviamo le selci scoperte alcuni anni fa in un bacino lacustre del Botswana, alcune delle quali misurano oltre 30 cm di lunghezza! In questo caso, risulta piuttosto difficile credere che la loro funzione fosse di tipo rituale o decorativo; la spiegazione più logica è che siano state realizzate da uomini di statura nettamente superiore alla nostra.

Le selci scoperte in Botswana. Da qui.

Il già citato Klaus Dona ha rinvenuto in Bolivia, oltre ai reperti ossei, anche delle maschere. Sebbene le loro dimensioni non appaiano eccessive, si tratta di oggetti fatti su misura per uomini di statura superiore ai 2 metri e mezzo!

Una delle maschere boliviane raccolte da Klaus Dona. Solo uomini molto alti (e quindi con un cranio più grande) potevano guardare attraverso entrambi i forellini in corrispondenza degli occhi. Da qui.

Non mancano neppure le rappresentazioni di uomini anatomicamente simili a noi, ma allo stesso tempo enormi, come si evince dai soggetti (animali o piante) raffigurati accanto a loro. Vediamo alcune di queste opere.

Una delle numerose pietre di Ica, raffigurante un uomo insieme ad alcuni dinosauri (non molto più grandi di lui). Da qui.
Statua assira dell’VIII secolo a.C. raffigurante il re sumero Gilgamesh con in braccio un leone, che in proporzione appare come un gatto. Da qui.
Una delle statuine in pietra ritrovate in Sierra Leone, denominate “Nomoli”. L’uomo appare molto più grande dell’elefante che cavalca. Da qui.

Costruzioni megalitiche

Per concludere, non possiamo non fare un accenno alle costruzioni megalitiche presenti in molte parti del mondo (Italia compresa) e che la tradizione attribuisce proprio ai Giganti. Il motivo è evidente: spesso le pietre che formano tali costruzioni sono talmente enormi che risulta difficile credere che siano state trasportate e sistemate da uomini di statura ordinaria.

In questo caso, tuttavia, potrebbe esserci anche un’altra spiegazione: l’esistenza di una tecnologia a noi sconosciuta, in grado di alleggerire, fondere o far levitare anche massi pesantissimi. A tal proposito, è significativa la storia di Edward Leedskalnin e della monumentale opera (tranquillamente definibile “megalitica”) da lui realizzata, il “Castello di Corallo” (Coral Castle). Leedskalnin affermò di aver compreso le tecniche usate dagli antichi costruttori delle piramidi, che però non volle mai rivelare. Ironia della sorte, Leedskalnin era tutt’altro che un gigante, superando appena i 140 cm di statura!

Tuttavia, l’ipotesi che le costruzioni megalitiche siano opera di una civiltà tecnologicamente avanzata non è in contraddizione con quella che tale civiltà fosse formata da uomini molto più alti della media attuale. D’altronde, le notizie e i ritrovamenti che abbiamo mostrato sembrerebbero suggerire proprio questo…

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