Il Grande Reset e i Cavalieri dell’Apocalisse

I quattro cavalieri dell’Apocalisse in un’illustrazione tratta dalla Bibbia di Otteinrich (XV-XVI secolo).

Il libro neotestamentario dell’Apocalisse, tradizionalmente attribuito a San Giovanni Apostolo, è uno dei testi profetici più interessanti e, al contempo, più difficili da interpretare. Tra i credenti, molti sono convinti che gli eventi descritti nel libro siano destinati ad accadere nel futuro prossimo, o addirittura siano già in atto; non mancano però coloro che relegano tali eventi al passato o in un futuro più lontano. Chi di loro avrà ragione?

Prima di tutto, ricapitoliamo brevemente cosa dice l’Apocalisse. Il titolo del libro (che, ricordiamolo, fu scritto in greco) significa “rivelazione” e non, come ritenuto da alcuni, “fine del mondo”. Questo equivoco nasce dal fatto che l’Apocalisse descrive numerosi eventi catastrofici; tuttavia, leggendo il testo si capisce che tali avvenimenti comporteranno non la distruzione, bensì un rinnovamento del mondo e dell’Umanità, con la definitiva sparizione del male e dei malvagi.

L’Apocalisse descrive tre serie di avvenimenti, di gravità man mano crescente. Nella prima serie, la successione degli eventi è scandita dall’apertura dei sette sigilli di un libro. L’apertura del settimo sigillo dà avvio alla seconda serie di eventi, ciascuno preceduto da uno squillo di tromba. Al settimo squillo comincia la terza ed ultima serie, le “sette coppe” dell’ira di Dio. La parte che ci interessa, in questa sede, è la prima, in particolare i primi quattro sigilli, ognuno dei quali è associato alla figura di un cavaliere.

I quattro cavalieri dell’Apocalisse portano con sé guerre, carestie e pestilenze: tutte cose che l’Umanità ha conosciuto più volte nei secoli passati, non certo delle novità. Eppure, nella sequenza degli avvenimenti descritti si possono intravedere delle inquietanti analogie con la situazione attuale e con gli eventi che, secondo alcuni, potrebbero condurre al famigerato Grande Reset. Possibile che ci troviamo proprio noi a vivere i tempi predetti 2000 anni fa? È ciò che cercheremo di scoprire…

Primo sigillo: il cavaliere sul cavallo bianco

Il capitolo 6 dell’Apocalisse introduce così il primo dei quattro cavalieri:

Quando l’Agnello sciolse il primo dei sette sigilli, vidi e udii il primo dei quattro esseri viventi che gridava come con voce di tuono: “Vieni”. Ed ecco mi apparve un cavallo bianco e colui che lo cavalcava aveva un arco, gli fu data una corona e poi egli uscì vittorioso per vincere ancora.

Ap 6, 1-2

Per capire chi sono questi misteriosi cavalieri, è necessario conoscere prima i quattro “esseri viventi” che li annunciano. Queste creature, introdotte nel capitolo 4, hanno l’aspetto rispettivamente di un leone, di un vitello, di un uomo e di un’aquila. La tradizione le ha associate ai quattro evangelisti, ma in realtà è facile riconoscervi quattro costellazioni zodiacali: il Leone, il Toro, l’Acquario e lo Scorpione (in astrologia l’aquila è un simbolo dello Scorpione). Queste costellazioni, che oggi corrispondono ai segni fissi dello zodiaco, sono quelle che segneranno i solstizi e gli equinozi nella prossima età del mondo, quella dell’Acquario. Giovanni, però, le elenca partendo non dall’Acquario (che segnerà l’equinozio di primavera), bensì dal Leone (che segnerà quello d’autunno), e procedendo a ritroso, probabilmente perché le vede dalla prospettiva celeste.

Il primo cavaliere dell’Apocalisse, in una miniatura dall’Apocalisse di Parigi (circa 1250). Notare che qui l’essere vivente che annuncia il cavaliere è quello dall’aspetto umano, poiché viene seguito l’ordine tradizionale (uomo, leone, bue ed aquila); in altre miniature che seguono l’ordine di Giovanni al suo posto è raffigurato il leone.

Ma i quattro esseri viventi non sono gli unici riferimenti astronomici: tutta l’Apocalisse pullula di metafore simili. Basti pensare all’Agnello che apre i sigilli, in cui si può ravvisare la costellazione dell’Ariete, oppure alla Donna vestita di Sole, chiara allusione alla Vergine, o ancora al drago rosso contro cui combatte Michele. Quest’ultimo racconto ha origini antichissime: risale infatti all’epoca in cui la stella polare si trovava nella costellazione del Dragone (circa 5000 anni fa), il quale veniva “ucciso” (in quanto scompariva alla vista) dal Sole nascente, in questo caso simboleggiato da San Michele. Un racconto simile si ritrova in numerose mitologie, a riprova della sua grande antichità: così, in Grecia Apollo uccide Pitone, in Egitto Ra lotta contro Apophis, in Giappone Susanowo uccide il Serpente Ottoforcuto, e così via.

A questo punto, è facile individuare nei quattro cavalieri delle ulteriori metafore astronomiche. Partiamo dal primo: egli ha con sé un arco e gli viene consegnata una corona. Bastano questi pochi particolari per riconoscere in lui il Sagittario, ai cui piedi si trova la Corona Australe.

Il Sagittario e la Corona Australe, in una tavola dell’Uranographia di Johann Elert Bode (1801). Da qui.

Gli altri tre cavalieri, come vedremo in seguito, sono anch’essi identificabili con altrettante costellazioni zodiacali. E i loro destrieri? Potrebbero essere i pianeti che nel loro tragitto transitano in queste costellazioni (in questo caso parliamo di pianeti in senso astrologico, dunque compresi il Sole e la Luna): pertanto, ad ogni sigillo dovrebbe corrispondere il transito del pianeta-cavallo nella costellazione-cavaliere. Un’altra possibile interpretazione è che i cavalli indichino i solstizi e gli equinozi, “a cavallo” dei quali si trovano determinate costellazioni. Il momento dell’apertura del sigillo potrebbe coincidere invece con un’eclisse (solare o lunare) o con una congiunzione planetaria, nella costellazione-cavaliere o in un’altra.

È possibile quindi, tenendo conto di tutto ciò, capire se il primo sigillo sia stato già aperto, e se sì, quando? Prima di rispondere, facciamo un piccolo passo indietro, fino a circa tre anni fa, quando uscì il numero speciale del noto periodico britannico The Economist intitolato The World in 2019. La copertina della rivista, ben nota per le sue copertine enigmatiche, contiene molti rimandi a cose che hanno avuto un’ampia diffusione recentemente, come l’auto elettrica e i codici QR. Non manca neppure l’accenno alla “pandemia da coronavirus”, simboleggiata dal pangolino (all’inizio ritenuto “colpevole” di aver trasmesso il virus all’uomo). Ma i soggetti più interessanti raffigurati sono proprio… i quattro cavalieri dell’Apocalisse!

A sinistra, la copertina del numero The World in 2019 dell’Economist; a destra, particolare dei quattro cavalieri (il secondo dei quali, curiosamente, indossa una maschera: un riferimento alla “pandemia”?).

Ma cosa ci fanno i cavalieri dell’Apocalisse sulla copertina dell’Economist? Si allude forse al fatto che questi personaggi sarebbero entrati in scena a partire dal 2019? Se fosse così, è evidente che “qualcuno” sapeva: ma come faceva a saperlo?

La risposta è più semplice di quanto si creda: se, come abbiamo ipotizzato, l’avvento di ciascun cavaliere è contrassegnato da un evento astronomico, è sufficiente conoscere la data dell’evento per sapere quando il cavaliere arriverà. Evidentemente, i burattinai che dirigono le sorti del mondo tengono in gran conto l’astrologia ed attendono sempre il verificarsi di specifici eventi per procedere con la loro tabella di marcia. Non sono dunque i “cavalieri” in sé a far danni, quanto piuttosto l’élite che cerca di sfruttare la loro influenza a proprio vantaggio.

Torniamo dunque al primo sigillo. Quando potrebbe essere stato aperto? In questo ottimo articolo si suggerisce che l’evento abbia avuto luogo il 26 dicembre del 2019 (coerentemente con quanto anticipato dall’Economist, quindi): quel giorno, infatti, si è verificata un’eclisse solare nel Sagittario, dove transitava Giove. Giove è l’oggetto più brillante del cielo notturno dopo la Luna e Venere, e ad occhio nudo appare di colore biancastro, a motivo della sua elevata albedo. È possibile quindi che sia proprio questo pianeta il “cavallo bianco”? In alternativa, potrebbe trattarsi del solstizio d’inverno, che avviene appunto nel Sagittario.

Un altro aspetto interessante dell’eclisse del 26 dicembre 2019 è che si tratta di un’eclisse anulare, dove la Luna non copre completamente il Sole, ma lascia visibile un anello. Poiché l’anello di luce si trovava sulla “testa” del Sagittario, poteva essere paragonato ad una corona (la corona è appunto la parte più esterna della nostra stella): è forse a questo fenomeno che allude l’Apocalisse quando dice che al primo cavaliere fu data una corona? Oppure, come già accennato prima, il riferimento è alla costellazione della Corona Australe? Direi che si tratta di due interpretazioni entrambe valide. Peraltro, è curioso che l’eclisse si sia verificata nel giorno in cui la Chiesa commemora S. Stefano: il termine greco stephanos, infatti, significa proprio “corona” (ed è quello che troviamo nel testo greco dell’Apocalisse).

L’eclisse del 26 dicembre 2019 vista dall’Indonesia (la luminosità è stata ridotta per apprezzare meglio l’eclisse). Immagine tratta dal programma Stellarium.

Se questa ricostruzione fosse corretta dovremmo aver già “visto” qualcosa, dato che il primo cavaliere imperversa da quasi due anni: ma che cosa? Bisogna far notare, innanzitutto, che la figura del primo cavaliere è stata interpretata in modi differenti dagli esegeti: alcuni la ritengono positiva, altri negativa. Tra questi ultimi, alcuni vi vedono una rappresentazione della conquista militare, mentre altri lo collegano alle epidemie. Particolarmente interessante è l’interpretazione dello scrittore spagnolo Vicente Blasco Ibáñez, che nel suo racconto del 1916 I quattro cavalieri dell’Apocalisse immagina il primo cavaliere provvisto, oltre che di un arco, di una “faretra di ottone riempita di frecce avvelenate, contenenti i germi di tutte le malattie”. Uhm… vi ricorda qualcosa?

Ebbene sì: l’entrata in scena del primo cavaliere (26 dicembre 2019) coincide quasi alla perfezione con l’annuncio, il 31 dicembre dello stesso anno, di quella “polmonite misteriosa” che dalla Cina avrebbe presto colonizzato l’intero pianeta, ufficialmente provocata da un coronavirus (in realtà mai isolato da nessuno): alla luce dello scenario che si va delineando, il riferimento alla corona potrebbe non essere casuale.

Notiamo, altresì, che la situazione attuale è in grado di conciliare fra loro le diverse interpretazioni del primo cavaliere: infatti, la pandemia non è altro che la veste sotto cui si nasconde una vera e propria operazione di conquista. Quest’associazione fra le due cose non è nuova: nel 2009, in occasione di un’intervista, l’economista Jacques Attali annunciò infatti che una piccola pandemia avrebbe permesso di instaurare un governo mondiale. Undici anni più tardi Klaus Schwab, direttore del Forum Economico Mondiale, ha fatto eco a queste dichiarazioni presentando la pandemia come un’opportunità per “riflettere, ripensare e resettare il nostro mondo”. Quando si dice il caso…

Ma il Grande Reset proposto da Schwab ha ricadute che vanno ben oltre la politica e l’economia. Basti pensare, ad esempio, alla Quarta Rivoluzione Industriale, che sarà una delle componenti più importanti del processo. Secondo Schwab, a differenza delle altre tre rivoluzioni industriali, la quarta “cambierà non solo ciò che facciamo, ma anche chi siamo”, portando progressivamente alla fusione tra la sfera fisica, quella digitale e quella biologica. La conquista simboleggiata dal primo cavaliere dell’Apocalisse si estenderebbe quindi perfino ai nostri corpi (e chissà se a questo non contribuiscano le “frecce avvelenate” scoccate suo arco…).

Secondo sigillo: il cavaliere sul cavallo rosso

Proseguiamo la lettura del brano.

Quando l’Agnello aprì il secondo sigillo, udii il secondo essere vivente che gridava: “Vieni”. Allora uscì un altro cavallo, rosso fuoco. A colui che lo cavalcava fu dato il potere di togliere la pace dalla terra perché si sgozzassero a vicenda e gli fu consegnata una grande spada.

Ap 6, 3-4
Il secondo cavaliere dell’Apocalisse, in una miniatura dall’Apocalisse della Regina Maria (XIV secolo).

Il secondo cavaliere rappresenta chiaramente la guerra, e il suo attributo è la spada. In questo caso l’identificazione è meno facile, poiché nessuna costellazione zodiacale viene raffigurata con una spada. C’è però Orione, che pur non intersecando l’eclittica si trova molto vicino a essa. In particolare, è la “clava” (talora rappresentata proprio come una spada) a sfiorarla nella regione di cielo compresa tra il Toro e i Gemelli.

A sinistra, antica raffigurazione di Orione (XI-XII secolo), rappresentato con in mano una spada (da qui); a destra, la costellazione nel suo contesto: notiamo che la clava/spada è molto vicina all’eclittica (la linea azzurra).

Che dire però del cavallo rosso? Sembrerebbe naturale accostarlo al pianeta rosso, Marte, chiamato così in onore del dio della guerra. Un’altra ipotesi è che si tratti della Luna: in alcune eclissi lunari, il nostro satellite acquisisce infatti una colorazione rossa, tant’è che in questi casi si parla di “Luna di sangue”. La terza possibilità è che simboleggi il solstizio d’estate, che infatti avviene quando il Sole si trova in prossimità di Orione. Prima di risolvere la questione, cercheremo di capire se gli eventi che dovrebbero seguire l’apertura del secondo sigillo siano già in atto oppure no.

Abbiamo già detto (ma del resto è piuttosto evidente) che il secondo cavaliere simboleggia la guerra. Ma di quale guerra potrebbe trattarsi? La tanto temuta Terza Guerra Mondiale? Una guerra civile? Oppure un clima diffuso – e non meno pericoloso – di diffidenza e odio reciproci? Premesso che una situazione non esclude l’altra, il testo sembra riferirsi in particolare alle ultime due: il cavaliere avrà il compito di creare discordie (“togliere la pace dalla terra”) che poi sfoceranno in guerre civili (“affinché si sgozzassero a vicenda”).

È d’obbligo anche un’altra considerazione: i quattro cavalieri, sebbene entrino in azione uno dopo l’altro, agiscono in gruppo. Ciò significa che gli eventi a loro associati, sebbene consequenziali, sono fra loro concatenati e fanno parte di un unico disegno (da noi identificato con il Grande Reset). Dunque è logico pensare che la “guerra” che segue l’apertura del secondo sigillo sia in qualche modo favorita dalla “pandemia” che è seguita all’apertura del primo, e sia funzionale agli stessi obiettivi finali. In effetti, le misure emanate dai governi in questi ultimi due anni hanno creato una profonda spaccatura fra la popolazione, tra chi le appoggia e chi le osteggia: una situazione del genere potrebbe costituire terreno fertile per una guerra civile.

Quindi dove collocare, nel passato o futuro prossimo, l’apertura del secondo sigillo? A quale evento astronomico potrebbe corrispondere? Una possibile data futura è il 25 ottobre 2022, quando si verificherà un’eclisse solare parziale nella Vergine: in quel giorno, Marte si troverà nel Toro, piuttosto vicino alla clava/spada di Orione. Se invece ipotizziamo che il sigillo sia stato già aperto, una possibile data è il 19 novembre scorso, quando si è verificata un’eclisse lunare parziale nel Toro (una “Luna di sangue”, appunto), la più lunga del secolo e una delle più lunghe degli ultimi 1000 anni.

Se invece interpretiamo il cavallo rosso come il solstizio d’estate, allora l’apertura del secondo sigillo potrebbe coincidere con l’eclisse del 21 giugno 2020, avvenuta proprio sopra Orione. In effetti, già nei primi mesi del 2020 era già visibile la frattura sociale di cui parlavamo poc’anzi, che nel corso del tempo si è fatta sempre più profonda: un processo che forse non è ancora arrivato al culmine.

L’eclisse del 21 giugno 2020, vista dall’India. Immagine tratta da Stellarium.

Ma come si inserirebbe la guerra nel contesto del Grande Reset? Il caos (indotto ad arte) potrebbe essere un pretesto per imporre la legge marziale: ciò consentirebbe di scavalcare le leggi ordinarie, accelerando il raggiungimento degli obiettivi prestabiliti. Notiamo che si tratta di uno scenario già previsto dalle famigerate “Carte degli Illuminati”

Come già accennato, rimane sul tavolo anche l’ipotesi di una guerra convenzionale. A tal proposito, potrebbero essere significative le recenti avvisaglie di un conflitto fra Stati Uniti e Cina con Taiwan come epicentro (l’Economist ci ha messo in guardia anche da questa eventualità).

Terzo sigillo: il cavaliere sul cavallo nero

Quando l’Agnello aprì il terzo sigillo, udii il terzo essere vivente che gridava: “Vieni”. Ed ecco, mi apparve un cavallo nero e colui che lo cavalcava aveva una bilancia in mano. E udii gridare una voce in mezzo ai quattro esseri viventi: “Una misura di grano per un denaro e tre misure d’orzo per un denaro! Olio e vino non siano sprecati”.

Ap 6, 5-6
Il terzo cavaliere dell’Apocalisse, in una miniatura del XIV secolo. Da qui.

Il terzo cavaliere rappresenta la carestia, ed ha come attributo la bilancia. È facile collegarlo alla costellazione della Bilancia, ma a mio avviso esiste anche un’altra possibile identificazione: quella con la Vergine. Anticamente, infatti, la Vergine rappresentava la dea della giustizia, chiamata dai Greci Dike o Astrea: ecco l’associazione con la bilancia! Ma inizialmente questa costellazione era associata alle divinità dell’agricoltura e della fertilità (Demetra per i greci, Cerere per i Romani), come si evince dal nome della sua stella più luminosa, Spica (cioè “spiga di grano”). Ecco quindi completato l’identikit del terzo cavaliere: si tratta della Vergine, che però in questo caso viene meno al suo ruolo propiziatorio per l’agricoltura e agisce in senso opposto, favorendo la carestia.

A sinistra, la costellazione della Vergine in un manoscritto dell’XI secolo; a destra un disegno moderno. Notare la bilancia nella prima illustrazione, oggi sostituita da una spiga di grano.

Più problematico è identificare il cavallo: il nero è il colore da sempre associato a Saturno, malgrado questo pianeta ad occhio nudo appaia come una stella giallastra. Inoltre, Saturno ha lasciato la costellazione della Vergine da ormai 10 anni, e vi ritornerà soltanto nel 2038! Dobbiamo perciò guardare altrove… E se si trattasse di Mercurio, uno dei pianeti meno appariscenti? Questa una prima possibilità; un’altra è che il cavallo nero simboleggi l’equinozio d’autunno, quando il Sole si trova appunto nella Vergine. Come al solito, terremo conto di entrambe.

Attualmente i popoli occidentali non patiscono certo la fame: ciò significa che l’apertura del terzo sigillo non è ancora avvenuta, e dev’essere pertanto collocata nel futuro. Nei prossimi anni avremo due eclissi solari nella Vergine: una, già menzionata prima, è quella parziale del 25 ottobre 2022; l’altra è quella anulare del 14 ottobre 2023. In entrambe, Mercurio si troverà anch’esso nella costellazione (del resto è sempre piuttosto vicino al Sole).

L’eclisse del 14 ottobre 2023, vista dall’America centrale. Immagine tratta da Stellarium.

Se il secondo sigillo è già stato aperto, l’eclisse che segnerà l’apertura del terzo potrebbe essere proprio la prima delle due. Molti indizi suggeriscono che l’avvento del terzo cavaliere è imminente: tra questi, basti citare il blocco (per ora parziale) delle catene di approvvigionamento (creato anch’esso col pretesto della pandemia), che si è ripercosso indirettamente sui costi dell’energia. Tutto ciò rischia di portare, in un futuro non molto lontano, alla scarsità di beni primari, che diverranno al contempo sempre più costosi. Anche l’Apocalisse accenna al fatto che il cibo raggiungerà prezzi esorbitanti: nel testo una misura di grano (cioè sufficiente per una sola persona) costa quanto il salario giornaliero!

Eppure, questo problema (nonché la sua “soluzione”) era già stato previsto in tempi non sospetti. Ma quale sarà mai la soluzione proposta? Semplice: mangiare insetti! Inutile dilungarsi sui presunti lati positivi di questa “dieta” (esaltata, ovviamente, anche dal Forum Economico Mondiale): l’unico scopo dell’introduzione degli insetti nell’alimentazione è chiaramente quello di umiliare la popolazione, riducendola alla stregua di bestiame da nutrire col “pastone”. Forse è meglio fare scorte di cibo “vero” prima che sia troppo tardi…

Quarto sigillo: il cavaliere sul cavallo verdastro

Viene infine introdotto l’ultimo cavaliere e viene definita la missione dei quattro cavalieri:

Quando l’Agnello aprì il quarto sigillo, udii la voce del quarto essere vivente che diceva: “Vieni”. Ed ecco, mi apparve un cavallo verdastro. Colui che lo cavalcava si chiamava Morte e gli veniva dietro l’Inferno.

Fu dato loro potere sopra la quarta parte della terra per sterminare con la spada, con la fame, con la peste e con le fiere della terra.

Ap 6, 7-8
Il quarto cavaliere dell’Apocalisse, in una miniatura dall’Apocalisse di Douce (XIII secolo).

Quest’ultimo cavaliere, a differenza degli altri, non ha attributi materiali: conosciamo però il suo nome (“Morte”, Thanatos in greco) e sappiamo che lo segue l’Inferno (il termine greco è Hades, che designava gli inferi, l’oltretomba). Ma questi termini minacciosi non devono trarci in inganno: l’oltretomba celeste, infatti, è semplicemente la regione al di sotto dell’eclittica! Il nome del cavaliere, invece, oltre a designare la sua “missione” (la vedremo tra poco), potrebbe indicare la costellazione che attualmente segna l’equinozio di primavera, ovvero i Pesci: infatti, poiché durante l’equinozio il Sole sorge in questa costellazione (impedendone dunque la visibilità), essa è come “sacrificata”. Ed è proprio sotto i Pesci che troviamo la costellazione della Balena, il mostro marino che ben si addice a rappresentare le creature degli inferi.

L’equinozio di primavera in un disegno di Ignace-Gaston Pardies (1674). Al centro si osservano i Pesci e, al di sotto, la Balena (Cetus). Da qui.

Abbastanza strano è il colore del cavallo: nella Vulgata (la versione latina della Bibbia) il cavallo è definito pallidus, cioè “pallido, livido”. Nella versione italiana della Bibbia troviamo invece il termine “verdastro”, traduzione del greco khloros che può indicare varie tonalità di verde (giallo-verde, verde pallido) ma che significa anche, più in generale, “pallido”. Se lo interpretiamo come un corpo celeste, potrebbe trattarsi di Venere (in astrologia associato proprio al colore verde), ma anche di una cometa che appare di questo colore. Un’altra interpretazione è che simboleggi l’equinozio di primavera, che come già detto, attualmente avviene nei Pesci.

Il quarto cavaliere sembra il più temibile dei quattro, tanto che alcuni lo interpretano come una combinazione dei primi tre. In effetti, tutti i cavalieri condividono la missione di sterminare un gran numero di persone, ma il nome del quarto suggerisce che l’obiettivo sarà raggiunto principalmente grazie a lui. L’Apocalisse ci informa che ad essi venne dato potere “sopra la quarta parte della terra”, il che potrebbe indicare un quarto del pianeta in senso geografico (per esempio Europa e Americhe, ma non Africa e Asia) oppure un quarto dell’umanità (che sarebbe destinato a soccombere). In ogni caso, ci sarà una cospicua riduzione della popolazione.

Riduzione della popolazione… Uhm, dove ne abbiamo già sentito parlare? Ma certo: la menziona una delle Carte degli Illuminati, la auspica il noto “filantropo” Bill Gates, la ordina il primo comandamento delle Georgia Guidestones… Ma la prevede anche il sito della Deagel, un’organizzazione militare statunitense. Poiché quest’ultimo è lo scenario più dettagliato, ce ne occuperemo più da vicino.

La pagina con i pronostici per il 2025, “guarda caso”, è stata rimossa dal sito, ma per fortuna si può ancora trovare in rete. Notiamo che per molti Paesi (specialmente quelli occidentali) è previsto un calo demografico eccezionale, spiegabile soltanto ipotizzando eventi altrettanto eccezionali: guerre, epidemie, carestie, genocidi… in pratica, i cavalieri dell’Apocalisse!

Dai pronostici della Deagel si comprende come lo spopolamento riguarderà soprattutto l’Occidente: in particolare, gli USA vedranno un calo di quasi il 70%, il Regno Unito e la Germania del 65%, la Svezia del 52%, la Norvegia di circa il 50%, la Spagna del 43%, la Francia di circa il 42%, l’Australia del 35%, l’Italia di quasi il 30%, il Canada del 26%. Anche molti Paesi non occidentali subiranno un calo demografico, ma sarà nettamente inferiore o addirittura quasi impercettibile (come nel caso di Russia e Cina). Non mancano Paesi, come India, Brasile e Messico, che assisteranno ad un aumento della popolazione, sebbene modesto.

Tutto ciò conferma le parole dell’Apocalisse: lo sterminio, che avverrà con modalità differenti, riguarderà solo la “quarta parte della terra” (= l’Occidente), non il mondo intero. Sarà soltanto alla bestia, infatti, che sarà dato potere “sopra ogni stirpe, popolo, lingua e nazione” (Ap 13, 7): ecco il Nuovo Ordine Mondiale, di cui il Grande Reset è soltanto la fase preparatoria.

Ci resta da capire quando potrebbe essere aperto il quarto sigillo. Diamo un’occhiata alle eclissi dei prossimi anni: l’8 aprile del 2024 ve ne sarà una proprio nei Pesci, la costellazione che abbiamo identificato con il quarto cavaliere: come abbiamo detto poc’anzi, il cavallo verdastro potrebbe essere Venere (che quel giorno si troverà proprio nei Pesci), oppure l’equinozio di primavera, non molto distante dalla data dell’eclisse.

L’eclisse dell’8 aprile 2024, vista dal Messico. Immagine tratta da Stellarium.

Chiaramente, non possiamo sapere con certezza se le interpretazioni proposte in questo articolo sono corrette: tuttavia, è bene prepararsi per essere pronti ad affrontare qualsiasi situazione. Per il momento, oltre a questo, non ci resta che pregare affinché abbiamo “la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo” (Lc 21, 36).

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