Programmazione Predittiva: Tsunami

Alcuni sinistri presagi indicano che in un futuro prossimo un gigantesco tsunami si abbatterà su New York e altre città. Ma cosa c’è di vero?

Il nostro pianeta, lo sappiamo, ha già conosciuto numerose catastrofi. Alcune di queste hanno spazzato via intere civiltà, ed è probabile (per non dire certo) che altre, in futuro, spazzeranno via la nostra. Terremoti, eruzioni vulcaniche, asteroidi, tsunami… C’è davvero l’imbarazzo della scelta. Tuttavia, stranamente, film, cartoni animati e fumetti ripropongono quasi ossessivamente solo alcuni di questi eventi… Perché?

In questo blog abbiamo già affrontato il motivo di questa insistenza su specifici temi, ovvero ciò che in termini “tecnici” si chiama programmazione predittiva: suggerisco pertanto anche la lettura degli articoli precedenti sull’argomento per saperne di più. In sintesi, tanti disastri mostrati nei film sono in realtà pianificati, e quindi destinati (salvo imprevisti) a verificarsi in un futuro prossimo.

Uno di questi eventi è uno tsunami che si abbatterà sulla costa orientale degli Stati Uniti, in particolare su New York. I riferimenti sono davvero tanti, e in questo articolo ne vedremo solo alcuni tra i più significativi. Tenteremo, inoltre, di capire come potrebbe essere provocato un evento catastrofico di tali proporzioni, quando potrebbe accadere, e quale potrebbe essere la ragione dietro di esso.

Le “premonizioni”

La distruzione del mondo (1933)

Si tratta di uno dei primi film catastrofici, il cui soggetto è proprio un cataclisma che si abbatte su New York. A seguito di un’eclissi si verifica un forte terremoto, seguito da uno tsunami.

Il pianeta delle scimmie (1968)

La scena finale di questo celebre film ha come protagonista proprio la Statua della Libertà. Il “pianeta delle scimmie”, infatti, non è altro che la Terra dopo la scomparsa dell’uomo. L’unica traccia di civiltà rimasta è proprio la statua, che emerge dalla sabbia di un litorale: un’allusione alla sommersione di New York?

La scena finale del film. Qui il video.

Kamandi – L’ultimo ragazzo sulla terra (1972)

Fumetto ambientato in un futuro in cui l’umanità è stata quasi distrutta: i pochi uomini sopravvissuti vivono in bunker sotterranei, mentre la superficie del pianeta è popolata da animali ormai diventati simili all’uomo in quanto ad aspetto ed intelligenza. Si tratta di una trama chiaramente ispirata al Pianeta delle scimmie, di cui è ripresa anche la scena più iconica: sulla copertina del primo numero del fumetto, infatti, campeggia una Statua della Libertà semisommersa. Ma si tratta solo di un’imitazione, oppure sia il regista che il fumettista sapevano?

La copertina del fumetto.

Le “Carte degli Illuminati” (1995)

Queste enigmatiche carte sono già state ampiamente discusse qui. Una delle carte, intitolata “Global Warming” (Riscaldamento Globale), illustra una Statua della Libertà con l’acqua fino al collo, e sullo sfondo una New York quasi completamente sommersa. Sebbene in questo caso si alluda al “semplice” innalzamento dei mari, non mancano carte che raffigurano terremoti e tsunami…

Deep Impact (1998)

In questa famosissima pellicola, lo tsunami viene provocato dall’impatto di un asteroide nell’Oceano Atlantico. L’onda travolge tutta quanta la costa orientale degli Stati Uniti e si propaga per migliaia di chilometri nell’entroterra, distruggendo completamente New York ed altre città.

The Day After Tomorrow (2004)

Si tratta di uno dei più celebri film catastrofici. Tra le varie catastrofi mostrate nel film, c’è anche uno tsunami che si abbatte su New York (qui la scena).

La locandina del film.

Smashing Pumpkins – Zeitgeist (2007)

La copertina di questo album degli Smashing Pumpkins raffigura la Statua della Libertà parzialmente sommersa dall’acqua. La prima traccia del disco, inoltre, è intitolata Doomsday Clock (“Orologio del Giorno del Giudizio”), un chiaro riferimento ad eventi catastrofici.

La copertina dell’album.

I predatori della città perduta (2008)

Film per la televisione ambientato nel 2048: a causa del riscaldamento globale, il livello dei mari si è notevolmente innalzato, tanto che – come mostra la stessa locandina della pellicola – la Statua della Libertà è ora semisommersa dall’acqua.

La locandina del film.

I Simpson – Vacanze di un passato futuro (2011)

Non potevano mancare, ovviamente, i Simpson. Questo episodio della serie è ambientato nel futuro ed inizia con una carrellata di foto di famiglia. In una di esse si vedono Homer e Marge vestiti da sommozzatori e sullo sfondo una città sommersa identificabile con New York. Si allude chiaramente al fatto che in futuro, vuoi per lo scioglimento dei ghiacci, vuoi per uno tsunami, la Grande Mela ed altre città si ritroveranno sott’acqua.

Una scena tratta dall’episodio. Qui il video.

L’installazione di Greenpeace (2014)

Nel settembre 2014, la nota organizzazione ambientalista Greenpeace collocò nell’Oceano Artico una Statua della Libertà semisommersa dall’acqua, con lo scopo di sensibilizzare i potenti del mondo sullo scioglimento dei ghiacci. O forse per lanciare l’ennesimo avvertimento alla popolazione ignara…

La Statua della Libertà installata da Greenpeace nell’Artico. Da qui.

Come, quando e perché

I riferimenti a uno tsunami sulla costa atlantica degli Stati Uniti sono decisamente troppi per considerarli frutto del caso. Tuttavia, restano ancora da chiarire diversi aspetti: innanzitutto, è davvero possibile provocare artificialmente un disastro del genere? E se sì, come?

A mio avviso, esistono almeno tre diversi modi per realizzare uno scenario simile a quello mostrato nei film. Vediamoli uno per uno.

Primo modo: maremoto. Ormai sappiamo bene che la tecnologia per provocare terremoti e maremoti esiste: probabilmente è già stata applicata in passato, e nulla vieta che possa essere applicata anche in futuro. Un sisma indotto nel cuore dell’Oceano Atlantico potrebbe generare uno tsunami sufficiente per spazzare via intere città.

Secondo modo: frana. Un altro modo per generare uno tsunami disastroso è quello di far franare una grossa porzione di terra nell’Oceano Atlantico. Questo scenario ha recentemente attirato l’attenzione a causa dell’eruzione vulcanica a La Palma (un’isola delle Canarie), un fatto – anche questo! – “predetto” dai Simpson nel 2004! Ma cosa c’entra l’eruzione con lo tsunami? Semplice: la parte dell’isola interessata dall’eruzione potrebbe staccarsi e precipitare in mare, provocando un immane tsunami che si propagherebbe in tutto l’Atlantico fino agli Stati Uniti. Curiosamente, in un altro episodio dei Simpson (risalente al 2003), è raffigurata l’isola di La Palma priva di una parte proprio quella “incriminata”! Solo una coincidenza? Non dimentichiamoci che la frana (e forse anche l’eruzione) potrebbe essere provocata artificialmente tramite esplosivi…

Un fotogramma del quindicesimo episodio della quattordicesima stagione dei Simpson. L’isola di La Palma (cerchiata in rosso) è priva di una parte (confrontare con la mappa dell’isola nell’inserto).

Terzo modo: simulazione. Un terzo ed ultimo modo per realizzare un evento simile è simularlo: farlo accadere, cioè, solo in TV e non nella realtà. Impossibile? Non proprio: una volta diffusa la minaccia di uno tsunami ed evacuata la popolazione dalle aree “a rischio”, basterà mandare in onda immagini prodotte in uno studio cinematografico per far credere che il disastro abbia effettivamente avuto luogo. Nessuno potrà testimoniare il contrario, e chi eventualmente lo farà sarà immediatamente additato come “negazionista complottista”. È chiaro, però, che attualmente una messinscena così mastodontica sarebbe irrealizzabile: solo una massiccia riduzione della popolazione (da tempo auspicata dall’élite) potrebbe consentire l’evacuazione di massa necessaria per allontanare i testimoni scomodi.

Veniamo ora al “quando”. La recente eruzione a La Palma potrebbe far pensare che l’evento sia ormai imminente; tuttavia, a mio avviso, i tempi non sono ancora maturi: come detto poc’anzi, penso che lo tsunami sarà preceduto da una cospicua riduzione della popolazione mondiale, che avverrà probabilmente nell’arco di questo decennio. Difficile, per il momento, individuare l’anno con precisione: se la mia ipotesi fosse corretta, però, potremmo collocarlo intorno al 2030.

È doveroso chiedersi, infine, lo scopo di tutto ciò. Senza dubbio, uno dei motivi potrebbe essere quello di instillare paura: quando “pandemie” ed “attentati terroristici” non basteranno più, un disastro di tali proporzioni (reale o simulato che sia) potrebbe essere l’ideale.

Un altro scopo potrebbe essere quello di evacuare ampie aree del pianeta (in particolare la costa orientale degli Stati Uniti, la zona più popolata del Paese), per ricollocare gli abitanti in vere e proprie “riserve” (le cosiddette smart cities), in cui sarà finalmente possibile il CONTROLLO TOTALE. Ed ecco quindi che nella Statua della Libertà sommersa si può intravedere un potente significato simbolico: la distruzione, totale e definitiva, della libertà.

Ovviamente, non è detto che un tale scenario diventi realtà: esiste sempre la possibilità che un imprevisto mandi all’aria il piano. Tuttavia, come in una partita a scacchi, è bene cercare di anticipare le mosse del nemico, in modo da organizzare per tempo le difese.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.