Sumeri e Indoeuropei

Un toro raffigurato sullo Stendardo di Ur (2600 a.C. circa). La parola sumera per “toro”, gud, è molto simile al proto-indoeuropeo *gwows, da cui deriva il nome della mucca in molte lingue (per es. l’inglese cow).

La civiltà sumera, fiorita in Mesopotamia a partire dal IV millennio a.C., riserva ancora oggi molti misteri. Uno di essi, di cui ci eravamo già occupati, è quello della provenienza dei Sumeri. Un altro è quello della loro lingua, la cui classificazione è ancor oggi incerta. In questa sede, però, ci occuperemo di un altro argomento controverso, ossia il rapporto tra Sumeri e Indoeuropei. Sebbene i Sumeri non vengano considerati indoeuropei, i punti di contatto con il mondo indoeuropeo sono diversi e meritano di essere esaminati più attentamente.

Convergenze linguistiche

La lingua sumera è la più antica di cui ci sia pervenuta un’attestazione scritta, e senza dubbio una di quelle che più ha fatto arrovellare i linguisti: infatti, a tutt’oggi non c’è accordo sulla sua origine e sulle sue parentele. Sono state rilevate affinità con le lingue uraliche, cartveliche, dravidiche, austroasiatiche, dene-caucasiche e altre ancora. Ciò dovrebbe rendere una vaga idea della difficoltà del problema…

A mio avviso, comunque, alcuni collegamenti sono più plausibili di altri. In particolare, abbastanza convincente appare l’ipotesi dell’assiriologo finlandese Simo Parpola, secondo cui il sumero sarebbe una lingua uralica, dunque imparentata con l’ungherese, il finlandese, l’estone ed altre lingue minori parlate soprattutto in Russia. Interessante è pure il lavoro di Andis Kaulins, un ricercatore indipendente tedesco di origine lettone, che ha riscontrato numerose somiglianze tra vocaboli sumeri e lettoni; egli ha individuato dei parallelismi anche tra l’Inno di Agushaya accadico e i dainas, canti popolari della Lettonia. Forse non è un caso che proprio nei Paesi baltici, dove si parlano il finlandese, l’estone e il lettone, si trovino moltissimi toponimi che richiamano il mondo sumero.

Secondo un’ipotesi ancora controversa, le lingue indoeuropee e quelle uraliche discenderebbero da una stessa famiglia, chiamata appunto indo-uralica. Questa ipotesi, proposta per la prima volta nel XIX secolo, è nata per spiegare le numerose similarità, sia morfologiche che lessicali, tra le due famiglie linguistiche. Anche se molte somiglianze potrebbero essere dovute a prestiti linguistici, diversi studiosi ritengono improbabile che tutte quante abbiano questa origine. In ogni caso, esse dimostrano che i locutori indoeuropei e uralici vissero in prossimità geografica per millenni: quindi, se davvero la lingua sumera può essere ascritta al ramo uralico, essa si originò forse in un’area prossima all’Urheimat indoeuropea, o addirittura coincidente con quest’ultima, se i sostenitori dell’ipotesi indo-uralica sono nel giusto (anche se in questo caso dovremmo parlare di Urheimat – appunto – indo-uralica e non indoeuropea).

Sahala (2009) ha elencato una trentina di parole sumere che supportano l’ipotesi di antichi contatti tra Sumeri e Indoeuropei. Le parole sono suddivise in quattro gruppi in base alla loro possibile origine: 1) parole di origine sumera; 2) prestiti dall’indoeuropeo al sumero; 3) parole con un’origine comune protostorica; 4) parole di incerta origine. Alcuni di questi termini sono riportati nella tabella sottostante. Molte altre parole sono state individuate da Whittaker (2008), un sostenitore dell’ipotesi dell’eufratico, una lingua indoeuropea che avrebbe funto da substrato per il sumero.

Alcuni vocaboli sumeri che mostrano affinità con parole indoeuropee. Alb., albanese; ASE, antico slavo ecclesiastico; Gr., greco; Ingl., inglese; Itt., ittita; Lat., latino; Lett., lettone; Lit., lituano; Norr., norreno; Norv., norvegese; PIE, proto-indoeuropeo; Russ., russo; Scr., sanscrito; Toc. B, tocario B.

Convergenze mitologiche

La mitologia può dirci molto sulla storia di un popolo: spesso, infatti, la presenza di miti simili o divinità quasi omonime presso popoli anche molto lontani fra loro (pensiamo per esempio agli Ashvin indiani e agli Ašvieniai lituani) può essere ricondotta ad una fonte (se non ad un’origine) comune. Per questo, è significativo rintracciare notevoli somiglianze tra i miti sumeri e quelli di vari popoli indoeuropei (Greci, Ittiti, Germani…). Vediamo qualche esempio.

Un mito già analizzato qui è quello della separazione di Cielo e Terra: la versione più famosa (ma secondo gli studiosi, non l’originale) è quella greca, in cui Crono castra il dio del cielo, Urano, separandolo così dalla Madre Terra, Gea (o Gaia). Miti analoghi si ritrovano presso gli Ittiti, dove Kumarbi stacca con un morso i genitali del dio del cielo Anu; in Egitto, dove Shu divide il dio della terra Geb dalla dea del cielo Nut; e perfino tra i Maori, dove Rongo separa il Padre Cielo Rangi dalla Madre Terra Papa. Da notare che i nomi delle divinità sono simili in tutti questi miti…

Anche in Mesopotamia troviamo un racconto analogo: qui, il Padre Cielo e la Madre Terra sono rispettivamente An e Ki, i cui nomi ricordano da vicino quelli di Urano e Gea/Gaia; il “Crono” della situazione è invece Enlil. Si pensa che fu proprio la versione sumera del mito la fonte di quelle, più recenti, di Ittiti e Greci. Ma la presenza di questo racconto anche in Egitto e in Nuova Zelanda, peraltro con protagonisti dèi dai nomi molto simili, a mio avviso potrebbe indicare l’esistenza di una fonte molto antica comune sia ai Sumeri che ai proto-indoeuropei, e forse ad altri popoli ancora.

Heller (1971) rilevò diverse somiglianze tra i nomi di divinità sumere e germaniche. Il dio solare Utu, per esempio, ricorda Odino, in tedesco Wotan (Heller sosteneva che in origine anche quest’ultimo rappresentasse il Sole). Il dio lunare Nanna, invece, è perfettamente omonimo alla Nanna germanica, anch’essa una divinità lunare ma femminile anziché maschile. Inoltre Thunr, l’antico nome del dio del tuono Thor, che ha come attributo un martello o un’ascia, è pressoché identico al vocabolo sumero tun, che indica appunto il martello o l’ascia.

Immagine tratta da un sigillo sumero del 2100 a.C. circa, raffigurante il dio Nanna (o Sin) sotto forma di mezzaluna.

Molto suggestivi sono anche i parallelismi tra la mitologia sumera e quella celtica. La dea madre dei Celti, per esempio, era chiamata Anu, nome che è difficile non ricollegare a quello del dio sumero An, chiamato Anu in accadico. Difficile anche non notare la rassomiglianza tra Siduri, la locandiera che accoglie Gilgamesh durante il suo viaggio nell’oceano alla ricerca dell’immortalità, e le “donne del Sid” (l’aldilà), che secondo i miti celtici abitavano nelle isole in mezzo all’oceano accogliendo gli eroi che le raggiungevano. Esse potevano anche concedere loro l’immortalità e l’eterna giovinezza, una particolarità che le avvicina anche alla Calipso dell’Odissea, di cui già in passato alcuni studiosi evidenziarono le analogie con la Siduri mesopotamica. È piuttosto improbabile che un simile intreccio di corrispondenze sia il risultato di semplici coincidenze…

Origini sumere e indoeuropee: possibili scenari

Come abbiamo appena visto, i parallelismi sin qui incontrati sono decisamente un po’ troppi per essere unicamente frutto del caso. Ma come potrebbero essere spiegati? A mio avviso, esistono tre spiegazioni possibili. Vediamole una per una.

Una prima spiegazione è che la trasmissione di vocaboli e racconti sia da ricondursi a contatti relativamente recenti, quando i Sumeri e alcuni popoli indoeuropei occupavano già le loro sedi storiche. Questa spiegazione, tuttavia, non tiene conto, per esempio, delle somiglianze tra i miti di popoli anche molto lontani dalla Mesopotamia, come i Celti e i Germani. Senza contare che, come abbiamo visto, alcuni vocaboli sumeri e indoeuropei sembrano avere un’origine comune e non essere semplici prestiti.

Una seconda spiegazione, già accennata, è che Sumeri e Indoeuropei abbiano avuto un’Urheimat comune, forse baltica o artica, in un’epoca in cui le famiglie linguistiche indoeuropea e uralica non si erano ancora separate. I Sumeri avrebbero ovviamente abbandonato quest’area alcuni millenni prima degli Indoeuropei, portando con sé il proprio bagaglio di parole e miti.

Una terza ed ultima spiegazione è che Sumeri e Indoeuropei siano imparentati più alla lontana: le convergenze linguistiche e mitologiche sarebbero dovute ad una fase unitaria molto più antica di quella indo-uralica, da individuare forse nell’epoca di formazione della famiglia linguistica nostratica (alla quale sicuramente corrispondeva anche una certa unità etnica). Questa superfamiglia comprenderebbe la gran parte delle lingue parlate in Europa e in Asia, inclusa quella sumera: tutte quante discenderebbero dalla lingua “proto-nostratica” parlata nel Paleolitico superiore, più di 12.000 anni fa.

Come abbiamo visto, quindi, esistono diversi scenari che potrebbero spiegare le corrispondenze linguistiche e mitologiche tra Sumeri e Indoeuropei; scenari che, comunque, non sono mutuamente esclusivi ma parzialmente sovrapponibili. A mio parere, il secondo e il terzo restano i più verosimili; di certo, però, gli aspetti da chiarire restano ancora molti. Penso che sarà difficile risolvere la questione se gli studiosi non si decideranno a prendere in considerazione anche ipotesi “estreme” come quella dell’Urheimat artica. Nel frattempo, non ci resta che continuare, tassello dopo tassello, la nostra ricostruzione della storia.

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